Approccio olisticoIl rapporto mai scontato tra la resilienza della Terra e la salute dell’uomo

Un gruppo di accademici ha scoperto che il nostro pianeta ha già superato sette degli otto limiti “sicuri e giusti” (Esb). Questa analisi potrebbe formare la spina dorsale scientifica delle pratiche sostenibili della prossima generazione, che non deve fermarsi all’attenzione nei confronti del clima e dell’ambiente

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«È un’esperienza eterna che qualunque uomo che ha un certo potere è portato ad abusarne; va avanti finché trova dei limiti» scriveva Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu nella sua opera “Lo spirito delle leggi”, pubblicata a Ginevra nel 1748 e conosciuta come “la teoria dei tre poteri”.

«Chi lo direbbe? Perfino la virtù ha bisogno di limiti», affermava il filosofo francese padre della teoria politica della separazione dei poteri. «Affinché non si possa abusare del potere bisogna che, per la disposizione delle cose, il potere arresti il potere».

Perché cito questo concetto chiave anche se non siamo in ambito giuridico? Perché la ricerca Safe and just earth system boundaries, che vi porto all’evidenza e che è stata pubblicata da poco su Nature dai ricercatori internazionali riuniti da Future earth, in estrema sintesi parla proprio di abuso del potere da parte dell’uomo e di limiti di sicurezza superati, certificandoli con dati alla mano.

Gli oltre quaranta scienziati, tra i più importanti al mondo, hanno valutato la capacità del pianeta di fornire un futuro sicuro all’umanità e hanno studiato gli otto confini del sistema terrestre (Esb): il clima, l’inquinamento atmosferico, la contaminazione da fosforo e azoto dell’acqua dovuta all’uso eccessivo di fertilizzanti, l’approvvigionamento di acque sotterranee, l’acqua dolce di superficie, l’ambiente naturale non edificato e l’ambiente naturale e costruito dall’uomo in generale. Questo insieme di domini è stato scelto perché comprende i principali componenti del pianeta e i processi che supportano la vita, che includono il benessere umano sulla Terra. 

Ebbene, studiandoli, gli scienziati hanno scoperto che la Terra ha superato sette degli otto limiti sicuri e giusti (Esb). Solo l’inquinamento atmosferico è l’unico limite planetario che non è stato ancora superato.

Johan Rockström, direttore del Potsdam institute for climate impact research e coautore del rapporto, ha affermato che è molto preoccupante che la maggior parte dei limiti sia già stata violata. «Sta già iniziando a far male – ha dichiarato – abbiamo raggiunto quello che io chiamo un punto di saturazione al limite della capacità biofisica del sistema Terra di rimanere nel suo stato stabile. Ci stiamo avvicinando a punti critici, stiamo assistendo a danni sempre più permanenti dei sistemi di supporto vitale su scala globale con eventi estremi e impatti improvvisi che vanno oltre le ondate di caldo, la siccità e le inondazioni causate dal cambiamento climatico, ma anche una minore sicurezza alimentare, il peggioramento della qualità dell’acqua, il peggioramento delle condizioni di sussistenza, in particolare tra le maggioranze vulnerabili nel mondo».

Che la stabilità e la resilienza del sistema Terra e il benessere umano siano inseparabilmente legati è un dato di fatto incontrovertibile, ma questo legame è ancora spesso trattato in modo indipendente. «Oramai esistono prove evidenti che un approccio giusto ed equo nei confronti della Terra è fondamentale per la stabilità planetaria – ha chiosato direttore del Potsdam Institute for climate impact research. Non è possibile, aggiunge, «immaginare un pianeta bio-fisicamente sicuro senza giustizia. Questo comporta la necessità di definire quali sono gli obiettivi giusti per prevenire danni significativi e garantire alle persone l’accesso alle riserve». 

Ci auguriamo che questa analisi formi la spina dorsale scientifica della prossima generazione di obiettivi e pratiche di sostenibilità, che vanno oltre l’attuale attenzione al clima per includere altri indici oltre che la giustizia ambientale. E anche che le città e le imprese adottino gli obiettivi come un modo per misurare l’impatto delle loro attività secondo parametri “sicuri e giusti” per il pianeta.