All’edicola in consolle Da giornalaia a Dj il passo è breve

Nel suo negozio di Livorno Martina Guerrini, oltre a giornali e riviste, vende (e suona) anche dischi in vinile. E ci propone qualche sorprendente mix, sempre abbinando carta e solchi

Ph Valerio Millefoglie

Ci sono luoghi del disorientamento, in uno spazio ne ricreano un altro. In Piazza Mazzini 79 a Livorno può capitare che cercando un’edicola si trovi un negozio di dischi. La stessa insegna annuncia infatti Edicola e Officine Vinile. Una volta dentro, si svela un’edicola con sfera stroboscopica. Martina Guerrini si divide nei due ambienti e nel giro di un piccolo corridoio passa da essere giornalaia a dj dietro la consolle. 

«Qui dentro si vendono giornali, settimane enigmistiche, Pokémon e Pearl Jam. Qualche giorno fa sono entrati un padre e una bambina: lui ha preso Il Tirreno e un disco dei Travis, lei delle figurine e The Final Countdown degli Europe. Una coppia di anziani che acquista sempre Telesette, e che ha una collezione di vecchi vinili, mi ha chiesto di ordinargli un giradischi semplice da usare». 

Ph. Valerio Millefoglie

Officine Vinile apre nel 2018, l’anno precedente un grave incidente in moto costringe Martina a ripensare la sua vita lavorativa, sempre in piedi dietro il bancone di un bar. Durante un anno di degenza ascolta i Baustelle e scopre che l’edicola vicino casa è in vendita. Insieme a un socio rileva l’attività, che vendeva anche casalinghi: «Pian piano toglievamo i prodotti per la casa e inserivamo gli espositori dei dischi. Oggi chi entra e vuole il giornale è frettoloso, mentre di là al reparto dischi non c’è nessuna fretta, si parla, io cerco di capire di che anno è il cliente, che musica ascolta. Per i giornali van veloci, non è sempre facile da gestire, per fortuna i clienti dei dischi sono più pazienti». Oltre ai dj set quotidiani di Martina, ci sono quelli di altri dj che si avvicendano proponendo dall’elettronica all’hip hop, dal cantautorato al funk. 

«Questa è un’edicola alternativa. Apro con più calma e la sera se c’è qualcuno che ha voglia di mettere su due dischi, fare due chiacchiere e prendere due birre rimango aperta». Le chiedo con quale disco mixerebbe il magazine Casabella: «Con Linger Awhile di Samara Joy, candidata ai Grammy Awards 2023 come miglior artista esordiente e miglior album jazz. Si abbina bene a un ascolto della domenica mattina, in casa: ti svegli con calma, sfogli una rivista, ascolti un disco. Operation: Doomsday di MF Doom lo mixerei con Famiglia Cristiana, perché entrambi parlano un’altra lingua. Poi nel retro-copertina del disco sono ritratti due ragazzi con indosso un abito bianco che ricorda quello dei chierichetti». 

Ph. Valerio Millefoglie

La sua playlist continua con il vintage di El Camino dei Black Keys e il fai-da-te di LegnoLab; le riviste di giardinaggio, le sue preferite, e Un amore debole del duo belga Ada Oda, «un punk che però ricorda il m’ama non m’ama di una margherita, con questo cantato in italiano in cui la dizione scivola e suona comunque naturale». 

L’ultima sua associazione musicale: il settimanale Vero e Piero Ciampi, titolo del secondo album del cantautore livornese: «L’illustratore Aldo Turchiaro aveva realizzato un disegno per ogni canzone. Uno di questi fu scelto per la copertina. L’illustrazione però era più grande rispetto al classico formato dei dischi. Ciampi disse che era un’opera d’arte e doveva rimanere nel formato originario. Quindi la prima stampa di questo disco ha la copertina più alta di 4 centimetri!». Secondo Martina i giornali e i dischi hanno una cosa in comune, il gesto che compiamo per usufruirne: «La carta come il vinile richiede attenzione. Ti metti in poltrona, prendi una rivista, metti un disco e quando è finito vai lì e lo giri, e poi volti pagina». 

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