«Ho accettato la proposta di Conte, sarò capolista nel collegio del Sud». Pasquale Tridico, economista ed ex presidente grillino dell’Inps, tra i principali sostenitori e difensori del reddito di cittadinanza, ha deciso di candidarsi in Europa con il Movimento Cinque Stelle.
A Repubblica racconta quello che sarà il suo «battesimo politico», spiegando che correrà «come indipendente», quindi senza iscriversi al movimento. Ma annuncia di aver accettato anche di «guidare la scuola di formazione politica del Movimento», spiega. «È una cosa seria», precisa, «lezioni universitarie. Un incarico a cui tengo moltissimo, perché dalla formazione nascono non solo le classi dirigenti ma nascono anche le idee. Ho cercato di coinvolgere eccellenze, persone indipendenti. Partiamo il 15 di febbraio».
Tra i nomi ci sono «Chiara Saraceno, la sociologa più attenta alle diseguaglianze», poi «Mario Tozzi per la transizione ecologica, l’ex assessore di Veltroni e Marino, Marco Causi sull’amministrazione pubblica, l’ambasciatore Piero Benassi sull’Europa. Sarà una scuola di impronta progressista».
Nell’intervista, Tridico racconta di aver conosciuto Giuseppe Conte «qualche mese prima delle elezioni del 2018, quando eravamo entrambi nella squadra di governo del Movimento Cinque stelle. Io ero indicato per il lavoro, lui per la Funzione Pubblica». «La nostra prima chiacchierata… fu su Keynes, l’economista che ha lasciato l’impronta più duratura sulla cultura progressista. Le politiche del governo Conte, dal superbonus, al blocco dei licenziamenti fino al reddito di cittadinanza, sono state politiche keynesiane», dice.
A proposito di progressismo, Tridico sogna ancora il campo largo con il Pd, nonostante le ultime tensioni tra Conte e Schlein. Di lui Stefano Feltri ha anche scritto che potrebbe essere «il nuovo Prodi» come federatore tra Dem e Cinque Stelle.
«I temi convergenti sono tanti, soprattutto sull’economia», dice Tridico. L’importante «è lasciare stare il passato, con tutte le sue differenze. Se parliamo della prospettiva futura, si troveranno molte più convergenze e spianeremo la strada per creare un fronte comune contro questa destra». «Sono certo che, dopo le Europee, arriverà il tempo giusto per le convergenze, quando cominceremo a confrontarci più concretamente sui temi».
L’accordo più semplice, per Tridico, si può trovare sull’economia. «Crediamo tutti che la crescita sia legata alla lotta alle diseguaglianze». «Ridurre la povertà e far ripartire i salari serve anche a creare ricchezza. L’obiettivo principale di una classe politica progressista deve essere proprio quello di riattivare la crescita riducendo le diseguaglianze. E su questo penso che Pd e Cinque Stelle abbiano tutte le carte in regola per marciare nella stessa direzione». Su Elly Schlein, dice: «È la persona giusta per riportare al Pd quanti se ne sono andati».
Ma c’è la politica estera a dividere Pd e 5S, che non hanno una posizione in comune dall’Ucraina al Medio Oriente. «La convergenza possibile la dobbiamo cercare all’interno delle politiche dell’Unione europea, dove M5S e Pd stanno quasi sempre dalla stessa parte, senza dimenticare che il M5S votò la Commissione di Ursula von der Leyen», controbatte Tridico.
E sull’Ucraina dice: «Mia moglie è ucraina, io sono filoucraino, questa invasione russa l’ho vissuta con grande sofferenza anche personale, ma una forza progressista deve sempre mantenere un’orizzonte alternativo alla guerra».
Poi spiega che, secondo lui, «la naturale collocazione» del Movimento in Europa sono «i Verdi. E sono sicuro che si approderà lì, anche se qualcuno ancora ostacola questo processo».
Tridico dice però che Cinque Stelle hanno fatto bene a votare contro il Mes in Parlamento: «Il Mes a questo punto, per come è fatto, rischia di essere un ostacolo a una maggiore integrazione europea. Noi invece proponiamo di portare al 5% il bilancio dell’Ue, ora inchiodato a un ridicolo 1% del Pil dei 27. E poi dovremmo fare come gli Stati Uniti con l’Inflation Reduction Act, un gigantesco piano di investimenti pubblici che stanno trainando la transizione green. Per fare questo dobbiamo trasformare la Bei in una Best, una Banca europea per la sostenibilità e la transizione».