Oltre centoquindicimila testimonianze di civili ucraini colpiti dall’invasione russa sono state raccolte in un archivio online per conservare la memoria storica e sensibilizzare la comunità internazionale. «Preservare il passato e il presente per un futuro migliore» è la frase che accoglie chi visita il sito web del Museo delle voci civili, un grande archivio digitale che raccoglie, organizza e condivide le testimonianze dirette dei civili ucraini colpiti dall’invasione russa. Lo scopo non è solo quello di preservare queste storie per le generazioni future, ma anche di stabilire un contatto diretto con chi le legge, mostrando cosa può significare vivere in mezzo alla guerra. Finora sono state raccolte oltre centoquindicimila testimonianze, che rappresentano il riflesso autentico delle esperienze di chi le ha vissute.
Fondato nel 2014, al culmine della guerra nel Donbas, il Museo delle voci civili è l’evoluzione del centro umanitario Here to help che la Fondazione Rinat Akhmetov, il più grande ente di beneficenza privato ucraino, aveva istituito per scongiurare una crisi umanitaria, riuscendo ad aiutare oltre tre milioni e mezzo di persone. Da quel momento, in tanti hanno scelto di condividere le loro storie con la Fondazione che ha poi dato vita a questo ambizioso progetto raccogliendole nel più grande archivio digitale al mondo di testimonianze sugli effetti della guerra in Ucraina.
Natalia Yemechenko, membro del consiglio di Sorveglianza della Fondazione ha detto: «Le primissime storie, che risalgono al 2021, sono state raccontate da persone dell’Ucraina orientale, che affrontano la brutalità dell’aggressione russa dal 2014. L’invasione su larga scala ha portato a un vasto aumento delle storie, dalla tragedia dei residenti di Mariupol all’inferno di Bucha e Irpin e al coraggio del popolo di Kharkiv, fino alla distruzione criminale della diga di Nova Kakhova».
Tutte le testimonianze pubblicate sul sito web sono raccontate da chi le ha vissute in prima persona e offrono un punto di vista unico sulla guerra. Oggi l’archivio presenta oltre venticinque sezioni tematiche che uniscono storie di persone con professioni, interessi o esperienze comuni.
Ci sono racconti di insegnanti che, nonostante i bombardamenti, la mancanza di elettricità o di Internet, hanno trovato il modo di riorganizzare il proprio lavoro per garantire l’istruzione ai bambini. Si possono poi ascoltare le voci degli atleti costretti a lasciare il Paese o ad allenarsi in condizioni drammatiche per poter sventolare la bandiera gialloblu davanti al mondo intero. E ancora le storie dei medici che operano sotto le bombe e degli operatori energetici, i «veri eroi in tempo di guerra», che rischiano la propria vita per portare luce e riscaldamento durante uno dei periodi più bui della storia del Paese.
Un tema particolarmente doloroso riguarda i bambini, la cui infanzia è stata rubata dalla guerra. Il museo ha infatti creato una sezione dedicata esclusivamente alle storie di bambini e ragazzi che a causa del conflitto sono stati illegalmente deportati in Russia e spesso trattenuti in campi di rieducazione. Il ruolo della Fondazione Rinat Akhmetov è stato fondamentale nel fornire loro riabilitazione e supporto psicologico una volta tornati a casa.
Lo scopo della diffusione delle testimonianze va oltre la semplice volontà di preservare la memoria nazionale e assume un ruolo anche nella battaglia alla disinformazione sulla guerra. Le storie rappresentano una fonte affidabile di informazioni e contribuiscono a modellare la percezione del conflitto e dell’Ucraina a livello internazionale. La Fondazione ha dichiarato inoltre che alcune delle storie raccolte dal museo sono state incluse tra le testimonianze del processo informale che ha simbolicamente condannato Putin al Tribunale Internazionale dell’Aia nel 2023, diventando un esempio di lotta per la giustizia.
In molti scelgono di affidare le proprie storie alla voce del Museo perché non vengano dimenticate, ma soprattutto per lanciare un appello alla comunità internazionale affinché sostenga l’Ucraina. Le storie che l’archivio offre sono molto più che semplici documenti storici. Sono atti di sfida contro il tentativo di dimenticare, atti di resistenza contro l’alienazione e la disumanizzazione che la guerra provoca. Un modo per garantire che l’impatto umano del conflitto non si limiti a numeri e statistiche ma generi una reale consapevolezza, nella speranza di interrompere la ciclicità della Storia.