Non solo AmsterdamUn itinerario olandese in grado di attivare la vostra immaginazione

Dalle terre di pescatori affacciate sul mare del Nord alle sontuosità architettoniche nella zona di Utrecht, passando per Groningen e le “chicche” di design a Eindhoven

Groningen (ph. Linkiesta)

Amsterdam è sinonimo di Olanda. In molti casi, la sineddoche è comprensiva anche dell’idea di viaggio, per cui visitare l’Olanda significa semplicemente vedere la capitale. Capita spesso, in effetti, ma se ci si addentra nella cartografia dei Paesi Bassi si scoprono luoghi e città che meritano una vacanza. Ne abbiamo raccolti alcuni, scelti per passione personale, senza nessuna velleità valutativa né esaustiva (per la serie, se visitate questi luoghi conoscerete l’Olanda più autentica). Però. Però sono posti curiosi, capaci di attivare l’immaginazione. E qui li proponiamo come cartoline dai Paesi Bassi.

Cominciamo dal Nord del Paese, quei luoghi che si affacciano al mare del Nord, dove il vento soffia forte e le maree svelano fondali sabbiosi, frequentati da uccelli marini di ogni specie. Da quelle parti, quando il mare si ritira, si può camminare a lungo in direzione dell’orizzonte. Oppure, passeggiare sulle dighe che proteggono i paesi immediatamente lì sotto. Terre di pescatori, altrimenti squassati da onde oceaniche, che conservano piccole case novecentesche e giardini curati come solo andando verso Nord si possono vedere. Come a Moddergat, minuscolo villaggio proprio di fronte all’arcipelago delle isole occidentali della Frisia. 

Holwerd (ph. Linkiesta)

A pochi chilometri si trova Holwerd, una cittadina dove l’arrivo dell’acqua si fa sentire ancora, tanto che le strade mostrano strutture in muratura per proteggere le case. Da qui si raggiunge il porto per imbarcarsi per le isole Ameland, lì di fronte, territorio magico fatto di dune di sabbia e erica. La città più grande nella zona è Groningen, da visitare assolutamente. Primo, per un’offerta culturale straordinaria, a cominciare dal suo Forum, edificio pubblico di dieci piani che ospita biblioteche tematiche, sale cinema, mostre, bar e una videoteca meravigliosa. Ma soprattutto, offre la possibilità di mettersi a leggere o a bere qualcosa dominando dall’alto il centro storico, senza contare che in estate il tetto del Forum ospita cinema all’aperto e altri eventi. 

Holwerd (ph. Linkiesta)

E poi, l’architettura. Da vedere è la casa museo Wallhouse #2, progettata dall’architetto statunitense John Hejduk. Originariamente doveva essere una residenza da costruire a Ridgefield, nel Connecticut. Tuttavia, a causa dei costi, il progetto fu abbandonato. Nel 2000, la società olandese Wilma l’ha realizzata a Groningen, sulla base del progetto originale di Hejduk e delle successive revisioni. Situata nel quartiere di Hoornse Meer con vista sul Paterwoldse Meer, la casa è un sogno modernista ma in salsa surrealista. Poggia su una parete che dovrebbe idealmente dividere le stanze dal corridoio di accesso, che sembra sostenerne la struttura come in un “dietro le quinte” che conduce gli abitanti dall’ingresso alla zona abitabile. 

Wallhouse #2 a Groningen (ph. Linkiesta)

Secondo Hejduk «la vita ha a che fare con i muri. Il muro accentua il senso di passaggio e, allo stesso modo, la sua sottigliezza accentua il senso di vivere solo una condizione momentanea, quello che io chiamo il momento del presente». In questa visione, il corridoio è il passato e le stanze oltre il muro costituiscono il futuro. La scelta dei colori è una citazione della Casa La Roche di Le Corbusier a Parigi.

Attualmente è parte del circuito Iconic Houses. Quindi non bisogna perdere l’appuntamento con la casa laboratorio Hoogland,  al numero 132 di Gedempte Zuiderdiep. Sembra una torre di vetro, ma è molto di più. Disegnato da Eric de Leeuw dello studio DAAD Architects è un progetto in evoluzione in cui cliente, architetto ed esecutori sono in costante dialogo su come procedere nella costruzione. I lavori sono cominciati nel 1997 e il primo completamento provvisorio è stato raggiunto nel 2007. Il progetto è stato selezionato come BNA Building 2007 of Region North. La casa è costruita secondo il principio box-in-box, con una parete di vetro come involucro esterno. Lo spazio tra la parete esterna e quella interna funge da giardino d’inverno, pianerottolo, corridoio o balcone. Pare che l’appartamento all’ultimo piano sia disponibile per affitti brevi.

Nella parte bassa, su cui poggia la torre, attualmente è ospitato un laboratorio artistico e il più piccolo museo del mondo aperto 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Si chiama Pitcairn Museum: una piccola vetrina con qualche suggestione per attivare l’immaginazione del pubblico (info qui). Infine, il quartiere periferico di Reitdiephaven con il suo porto e una inattesa bellezza scandinava e marinaresca. Ci sarebbero anche i poli universitari, disseminati nella città e ai suoi bordi: campus avveniristici che meritano uno sguardo.

Nella zone Sud, in direzione Est, si arriva a Eindhoven, meta del design mondiale per i suoi studi e le sue divertenti operazioni di riuso di aree industriali della città. Qui la visita deve cominciare dalla sua stazione ferroviaria, un piccolo gioiello modernista, a mattoncini gialli. Dichiarata monumento nazionale nel 2008, è stata costruita nel 1956 su disegno dell’architetto Koen van der Gaast in sostituzione del precedente edificio ottocentesco. 

Grazie a un attento restauro ultimato nel 2017 dagli architetti dello studio TAK, si presenta oggi nel suo splendore originario. Nell’ex area industriale della Philips i cittadini hanno dato vita a un riuso intelligente e partecipato degli edifici e delle aree comuni. Ci sono gallerie d’arte, atelier, una scuola di musica, negozi, studi di designer con annesso laboratorio, un mercato che ospita anche piccole cucine da gustare sul posto e uno spazio comune enorme dove nella stagione estiva si svolgono festival di ogni genere, dalla musica alle performance. I lavori non sono ancora ultimati ma è il cuore creativo della città.

A proseguire si arriva a un cavalcavia completamente coperto da murales che delimita la prima parte del recupero industriale, quello più vicino alla città  e la vecchia centrale elettrica segna invece l’inizio di un’altra zona industrializzata più di recente, ma già trasformata in luoghi della creatività. Il mondo di Piet Hein Eeck è lì (e vi aspetta nella sua fabbrica/showroom/hotel). Ma a Eindhoven c’è anche una sorpresa: un disco volante in cemento se ne sta appoggiato su un prato, pronto ad accogliere i curiosi, come se gli alieni avessero finalmente deciso di raccontarsi e dialogare con noi umani. 

A volerlo è stata naturalmente la Philips che per i suoi settantacinque anni di attività aveva scelto di festeggiare con l’apertura di un museo della scienza decisamente speciale. Era il 1966 quando il progetto degli architetti Louis Kalff e Leo de Bever ha inaugurato per non abbandonare più le fantasie al futuro dei visitatori, che ora trovano nel disco volante la sede per parlare di ciò che il futuro è stato nelle diverse epoche, ma anche di quello che sarà. Un vero spettacolo.

Se si prosegue verso ovest si raggiunge Utrecht, la città più ricca d’Olanda, supercurata e sorprendente. Meta molto nota anche ai viaggiatori italiani, conserva alcune chicche, a cominciare dal Tivoli, “palazzo” della musica, sapientemente studiato per offrire una fruizione della musica live ad altissimo livello (vedi anche il pezzo su le sale concerto in Europa), passando per il centro storico e il quartiere mediorientale di Lombok con la sua grande moschea. Ma una visita accurata merita la Biblioteca centrale di Neude. A indicarne l’ingresso è un’opera pop e luminosa del designer Maarten Baas che regala una nuova aria all’ex ufficio postale della città, trasformato in una splendida (quanto viva) biblioteca pubblica. 

La biblioteca di Utrecht (ph. Linkiesta)

La sua storia è ben più antica (e si può scoprire con una visita guidata da prenotare qui), ma l’edificio attuale risale al 1924 ed è stato progettato da Joseph Crouwel nello stile della Scuola di Amsterdam: da vedere per sontuosità e curiosità architettoniche, come il sistema di illuminazione, le statue che rappresentano i continenti e i mattoncini smaltati a forma di piccioni viaggiatori (che hanno reso celebre il luogo con il nome di Tempio della telegrafia postale). 

La torre dell’acquedotto a Utrecht (ph. Linkiesta)

A proseguire verso l’esterno, si incontra il Lauwerhof, un piccolo quartiere residenziale intorno alla ex torre dell’acquedotto, ora trasformata in abitazione. Di queste torri ce ne sono altre, tutte riutilizzate e rese abitabili. Una è anche visitabile: ospita un ristorante all’ultimo piano, il Watertoren e un piccolo ma fascinoso bar al piano terra, con piccolo terrazzino sul canale. Questa volta siamo nella zona di Jutfaseweg. Tra Utrecht e Amsterdam si trova uno straordinario parco che ospita anche un museo e una collezione d’arte all’aperto, in un territorio meraviglioso per biodiversità: si trovano dune di sabbia, boschi, zone paludose, laghi da scoprire in bicicletta. Il suo nome è Kröller-Müller

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