Dalla parte di KyjivI discorsi dei leader occidentali all’Onu che ricordano al mondo i crimini di Putin

Il presidente americano Biden e i ministri degli Esteri di Germania e Regno Unito hanno parlato durante le riunioni delle Nazioni Uniti ribadendo il loro sostegno all’Ucraina, sottolineando più volte la natura fascista e imperialista dell’aggressione russa

AP/Lapresse

«La guerra di Vladimir Putin è fallita e ora il mondo deve scegliere da che parte stare». L’ultimo discorso di Joe Biden alle Nazioni Unite – almeno nelle vesti di presidente degli Stati Uniti – è un omaggio alla resistenza dell’Ucraina e un segnale a tutto il mondo occidentale e ai regimi che lo minacciano.

Nel suo quarto intervento all’Assemblea dell’Onu, Biden ha voluto ribadire la posizione di Washington, almeno fin quando alla Casa Bianca ci saranno i Democratici: sempre in prima fila nel sostegno all’Ucraina. Anche per questo domani arriverà alla Casa Bianca Volodymyr Zelensky, che presenterà nel dettaglio il suo “piano per la vittoria”.

Il discorso del presidente americano è durato poco più di 20 minuti. Non ha parlato solo dell’invasione russa, ma le ha riservato chiaramente un ruolo prioritario, con un messaggio diretto a Vladimir Putin sull’impegno degli Stati Uniti e dei loro alleati, quindi della Nato, nel garantire la sopravvivenza dell’Ucraina come nazione libera: «Non smetteremo di sostenere Kyjiv e non distoglieremo lo sguardo finché l’Ucraina non otterrà una pace giusta e duratura», ha detto Biden.

Alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina, invece, è intervenuto il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Lammy, che appena due settimane fa era arrivato a Kyjiv denunciando «l’aggressione fascista e imperialista della Russia». Nel suo discorso a New York non è stato da meno: «L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin è solo nel suo interesse: espandere il suo stato mafioso in un impero mafioso».

Il discorso di Lammy è stato, come sempre o quasi, molto ispirato, coinvolgente. Lammy è un ottimo oratore e ha saputo dare peso a ogni dettaglio della sua argomentazione. Ha iniziato così: «Signor Presidente Zelensky, il Regno Unito la elogia non solo per aver difeso il suo popolo, ma anche per aver difeso la democrazia. Incontrandola a Kyjiv qualche settimana fa con il Segretario Blinken, ho visto persone comuni di ogni ceto sociale. I soldati e i civili. I pompieri e i soccorritori. Le madri e i padri che lavorano insieme in difesa della libertà. Il vostro coraggio e la vostra audacia sono fonte di ispirazione per tutti noi. Ma signor Presidente, vorrei anche parlare direttamente al Cremlino e al suo rappresentante qui oggi. E a Vladimir Putin. La Russia siede in questo Consiglio. Ma le sue azioni lacerano la Carta delle Nazioni Unite. La Russia siede in questo Consiglio. Ma nel weekend l’abbiamo vista presentare emendamenti pensati per rovinare il futuro dell’Onu. La Russia afferma di rappresentare il Sud del mondo. Ma calpesta il diritto internazionale. Vladimir Putin, quando lanci missili negli ospedali ucraini, sappiamo chi è il responsabile. Quando mandi mercenari nei Paesi africani, sappiamo chi è il responsabile. Quando uccidi gli oppositori nelle città europee, sappiamo chi è il responsabile. La vostra invasione è nel vostro stesso interesse. Solo vostro. Per espandere il vostro stato mafioso in un impero mafioso. Un impero costruito sulla corruzione».

Al Consiglio di sicurezza ha parlato anche la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che ha attaccato l’ambasciatore russo Vasily Nebenzya: «Puoi ingannare te stesso, l’uomo più forte del tuo Paese può nascondersi dietro le ragazze adolescenti che ha rapito. Ma non puoi ingannare il mondo». Poi ha delineato i punti chiave per eventuali negoziati di pace volti a porre fine all’aggressione della Russia contro l’Ucraina: «Pace significa che l’esistenza dell’Ucraina come Paese libero e indipendente è garantita. Significa garanzie di sicurezza». Baerbok ha citato anche il dramma del rapimento di bambini ucraini da parte della Russia: «La Russia commette questi crimini da 923 giorni, rapisce e tortura bambini da 923 giorni. Non ci fermeremo finché i bambini non saranno tornati con le loro famiglie».

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