RascismoL’aggressione della Russia all’Ucraina è fascista e imperialista

Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha tenuto una conferenza stampa a Kyjiv al fianco del Segretario di Stato americano Antony Blinken, ha denunciato le operazioni criminali delle truppe di Putin e annunciato nuovi aiuti per la resistenza e il futuro del Paese

AP/Lapresse

«Le azioni barbariche di Putin sono l’ultimo esempio di una storia molto vecchia e malvagia. Uno dei miei antenati è stato portato via dalla sua casa, ridotto in schiavitù, incatenato su una nave e costretto a lavorare per il profitto di un impero straniero. Sapeva fin troppo bene cosa fosse l’imperialismo. Questo è imperialismo. Questo è fascismo». È stata una conferenza stampa esaltante, grandiosa, ma allo stesso tempo consapevole e pragmatica, quella del ministro degli Esteri britannico David Lammy in Ucraina. Arrivato a Kyjiv con il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, Lammy ha toccato diversi temi centrali della guerra e del futuro del Paese, dalle responsabilità del Cremlino alla necessità di continuare ad aiutare l’Ucraina fin quando necessario.

Sulle cronache più recenti della guerra, Lammy ha detto: «È Putin che ha intensificato il conflitto questa settimana con la spedizione di missili balistici dall’Iran», introducendo così un tema strategico globale. «Stiamo assistendo a questo nuovo asse, Russia, Iran, Corea del Nord. Esortiamo la Cina a non gettare la sua sorte in questo gruppo di rinnegati».

Per Lammy la Russia si è macchiata di azioni «fasciste» e «imperialiste». È quell’ideologia che viene definita anche come “rascismo”, o “ruscismo”. Suona meglio in inglese, rashism è una crasi tra Russia e fascismo. Si sostanzia in quei crimini di guerra che abbiamo visto in Ucraina, una volontà d’annientamento in una guerra totale e terroristica.

«Riconosciamo cosa è in gioco: non solo la libertà dell’Ucraina, ma la sicurezza dell’Europa e dell’Occidente», ha detto ancora Lammy in conferenza stampa, rimarcando la «partnership centenaria che lega i due Paesi». È per questo che il Regno Unito fornirà altri 782 milioni di dollari in assistenza e garanzie sui prestiti a Kyjiv. E non solo. «Riconosciamo – ha aggiunto – che l’Ucraina è in prima linea nella lotta per la libertà e che in queste ultime settimane abbiamo assistito a un’enorme perdita di vite umane di uomini, donne e bambini innocenti qui in Ucraina». Quindi, entrando nel merito delle questioni militari e dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato: «La Gran Bretagna sostiene le ambizioni dell’Ucraina in relazione alla Nato e le garanzie di sicurezza di cui ha necessariamente bisogno. Ecco perché abbiamo lavorato duramente con i nostri alleati per far entrare quella retorica del “percorso irreversibile” nel testo che siamo riusciti a concordare a luglio, proprio quando il nuovo governo laburista è salito al potere. E continueremo ovviamente a discutere di queste cose con i nostri alleati».

L’intervento di Antony Blinken, Segretario di Stato americano, non è stato da meno. «Ci siamo adattati e aggiornati man mano che le esigenze cambiavano, man mano che il campo di battaglia cambiava, e non ho dubbi che continueremo a farlo mentre questa situazione evolve», ha detto Blinken. «Abbiamo visto la Russia proseguire e addirittura intensificare i suoi attacchi all’interno dell’Ucraina, contro i civili, contro le infrastrutture energetiche e contro l’esercito ucraino che difende il suo Paese».

E anche lui ha chiarito subito che i settecento milioni di dollari di aiuti extra che Washington fornirà all’Ucraina sono mirati a rafforzare la rete energetica ripetutamente colpita dalla Russia prima di un inverno prevedibilmente rigido e lungo. In quei settecento milioni c’è una quota di trecentoquindici milioni di dollari per sostenere la rete energetica: aiuteranno a riparare e ripristinare gli impianti di produzione di energia del Paese, a fornire energia di riserva di emergenza e rafforzare la sicurezza fisica delle infrastrutture energetiche. Poi circa duecentonovanta milioni di dollari finanzieranno programmi di cibo, acqua, riparo, assistenza sanitaria e istruzione per gli ucraini bisognosi nel Paese e per i rifugiati fuori dal Paese. Altri centodue milioni di dollari saranno utilizzati per le attività di sminamento.

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