Tutti i principali quotidiani italiani aprono oggi con la notizia della probabile marcia indietro del governo sulla fondamentale questione dello stipendio di ministri e sottosegretari non parlamentari, che la maggioranza intendeva equiparare a quello degli altri esponenti dell’esecutivo. Una norma che nell’attuale legislatura avrebbe riguardato in tutto diciotto persone. Se ne potrebbe trarre la conclusione che in Italia non abbiamo grandi problemi di cui preoccuparci, chiuderla qui e tornare a dormire. Io penso invece che il problema sia esattamente questo, e che non sia cosa da poco. Di tutte le scelte più discutibili portate avanti dall’attuale governo, e stentoreamente rivendicate da Giorgia Meloni nel suo ultimo comizio di Atreju, l’unica su cui la pressione congiunta delle opposizioni, dell’informazione, dell’opinione pubblica sia riuscita a imporre immediatamente una ritirata riguarda questa scemenza dei compensi dei ministri.
Non la ridicola, fallimentare e illiberale iniziativa dei centri per i migranti in Albania, non le mille contraddizioni e aberrazioni giuridiche dei vari decreti sicurezza, decreti Cutro e decreti rave, non i condoni agli evasori, non le multe abbonate ai no vax, non i mille favoritismi, proroghe e dilazioni per le categorie amiche (a spese di tutti gli altri cittadini), ma un banale tentativo di equiparare le retribuzioni di tutti i membri del governo, di fatto contestato e verosimilmente affondato per difetto di populismo.
Una nemesi niente male, per questo governo e per questa presidente del Consiglio. Ma anche la conferma di un modo di funzionare dell’intero sistema – politica, informazione, opinione pubblica – che non lascia scampo a nessuno. Siamo sempre lì, alle campagne contro la «casta» che ci hanno regalato il Movimento 5 stelle, il salvinismo e lo stesso melonismo. Ragion per cui illudersi di combattere questo governo con simili argomenti è nella migliore delle ipotesi un segno di scarsa lungimiranza. E nella peggiore la dimostrazione che si è parte del problema, anziché della soluzione.
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