Incrocio dei paliGli arbitri italiani, i peggiori del mondo

Quest’anno alla fine a rimetterci sarà probabilmente solo l’Udinese, che delle sette squadre ai primi sette posti della classifica di Serie A è quella che ha meno santi in paradiso, anche perché do...

Quest’anno alla fine a rimetterci sarà probabilmente solo l’Udinese, che delle sette squadre ai primi sette posti della classifica di Serie A è quella che ha meno santi in paradiso, anche perché dotata di un “bacino d’utenza”, tanto per usare due parolacce, assai limitato, e cioè ha pochi tifosi che comprano i giornali o si abbonano alle pay tv. Sabato, per esempio, l’arbitro Valeri l’ha massacrata, due gol in fuorigioco convalidati agli avversari, un’espulsione subita per eccesso di zelo. Valso a nulla persino l’allarme anticipato dal patron Pozzo, che in settimana si era lamentato parecchio della designazione di un fischietto romano, con Lazio e Roma rivali principali della sua squadra nella corsa alla zona Champions. Ma i lamenti nel calcio italiano non si contano, si pesano.
In passato era andata anche peggio. Perché, da che calcio è calcio, gli arbitri in caso di dubbio hanno sempre preferito sbagliare ai danni delle piccole piuttosto che delle grandi squadre. Ma in qualche occasione si sono pure avute prove di dolo: l’ultima cinque anni fa, il peggiore scandalo della storia del calcio italiano.
Siamo tornati adesso alla normalità della sudditanza psicologica, per usare un’altra definizione orrenda quanto indicativa? La risposta è sì, ma non solo. Perché la gravità delle vicende di Calciopoli – un’organizzazione del sistema arbitrale messa in piedi per favorire alcune grandi squadre ai danni di altre – è stata tale da non rimanere senza conseguenze di lunga durata. Le carriere degli arbitri in quel periodo erano determinate dalla fedeltà a quel sistema, archiviata ogni forma di meritocrazia. E i risultati li paghiamo ancora oggi: una classe arbitrale di livello spaventosamente basso. E dirigenti del tutto inadeguati.
Prendete le patite del sabato di Pasqua. Bari-Sampdoria: assegnato alla Samp il rigore decisivo per un contatto men che modesto. Brescia-Milan: negato un evidente rigore al Milan. Bologna-Cesena: annullato al Bologna un gol regolare. Genoa-Lecce: convalidato al Genoa un gol in fuorigioco. Inter-Lazio: errata espulsione del portiere dell’Inter. Juventus-Catania: regalati alla Juventus un rigore e al Catania la punizione dal limite del pareggio finale. Palermo-Napoli: mancata espulsione di un giocatore del Napoli, concesso al Palermo un rigore frettoloso, quando l’azione era proseguita e terminata con il gol. Udinese-Parma: due gol irregolari convalidati al Parma. Povera Udinese a parte, errori casuali, senza apparenti beneficiari diretti, distribuiti fra grandi e piccole squadre. Ma tutti frutto di una conoscenza del regolamento approssimativa e dell’incapacità di mantenere uniformità di giudizio. In questo momento, gli arbitri italiani sono i peggiori del mondo.

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