La notizia del giorno è la morte – ovvero l’uccisione da parte dei militari Usa – di Osama Bin Laden.
Per la prima volta a dare la notizia non è stata la tv, ma la Rete e – più precisamente – Twitter. Non sono stati più i giornalisti, ma i lettori di giornali, a fare lo “scoop”.
Twitter è stato, inoltre, il primo canale di informazione che ha diffuso la notizia del discorso del presidente Obama alla nazione.
I media ufficiali daranno l’annuncio solo venti minuti più tardi, come scrive Business insider, in un articolo che ho letto proprio grazie a un twitt, del giornalista Luca De Biase.
Rimanendo in tema di social network, anche facebook si è accorto subito della notizia, con un proliferare di pagine dedicate all’evento, come racconta Francesco Gavatorta su Ninjamarketing (anche questa l’ho letta su Twitter):
“Colpisce anche come vi sia, manco a dirlo, ironia nel commentare la morte di Bin Laden proprio attraverso l’apertura di spazi su Facebook: un esempio? “The guy who killed Osama” ora ha già 53.800 fan, e c’è da scommetterci, aumenteranno ancora”.
Insomma, oltre a bruciare la concorrenza sulla notizia e a diffondere riflessioni e commenti, Twitter diventa anche lo spazio dove i fatti vengono assimilati, magari con un po’ di macabra ironia.
Sarà anche il luogo del proliferare di leggende metropolitane, come presagisce Luca Sofri: “Se hanno davvero già sepolto in mare Osama, stiamo freschi: finisce dritto assieme a Paul McCartney Jim Morrison e Elvis”.
Non c’è da stupirsi, dunque, del successo di Twitter. Ed è solo l’inizio.
PS. Per chi avesse dubbi: nel giro di poche ore il web smaschera il “trucco” e rilancia l’ipotesi che la notizia della morte di Bin Laden sia in realtà una messinscena. La sequenza che riporto è una chiara evidenza di un maldestro collage realizzato con Photoshop (tratta dal profilo facebook del giornalista Salvatore Gulisano).