John Cage è figura controversa e inventore di genio, come amava definirlo Arnold Schönberg. Con le sue idee e le sue opere, l’introduzione dell’indeterminazione nei procedimenti compositivi, la sperimentazione di sistemi di notazione inusuali, l’esperienza di happening e altre forme d’arte inedite, provoca una rivoluzione nel mondo della musica e dell’arte. Mette in discussione ruoli e nozioni di autore, opera, interprete e ascoltatore.
In particolare è affascinato dai rumori: sostiene che ovunque siamo sentiamo soprattutto rumori, e questi rumori ci disturbano se li ignoriamo, ma ci affascinano se vi prestiamo attenzione. Inserisce i rumori in molti suoi brani, indagando le infinite possibilità offerte dagli strumenti a percussione, utilizzando oggetti d’uso comune come strumenti musicali e manipolando gli strumenti tradizionali. Molto diffuso nella sua opera l’uso di strumenti preparati, inserendo ad esempio chiodi e pezzetti di legno o gomma nella cordiera del pianoforte, alterando il timbro naturale dello strumento, svelando suoni inediti e fantastici.
Domani a Note d’Autore (ore 12, www.radioclassica.fm), insieme al violinista Marco Fusi, scopriamo i Freeman Etudes per violino di Cage. Estremamente complessi, sono considerati i capricci di Paganini del XX secolo: richiedono una velocità, un’agilità, diteggiature, cambiamenti di dinamica e tecniche esecutive fuori dal comune.