Altro che rotonda, la palla è sempre più quadrata. Ogni vittoria ha un costo sempre più facile da calcolare, quasi scientificamente. Per dire: il Milan che in questo momento si è ripreso senza discussioni la leadership italiana, è ancora lontano dall’essere competitivo in Europa. Quanto lontano? Un centinaio di milioni circa.
In genere è il monte stipendi a dirti quanta strada potrai fare nelle competizioni cui partecipi. Più alto è il costo del lavoro, più alte le probabilità che tu vinca. Certo, puoi anche sbagliare: strapagando giocatori che sopravvalutati, o miscelando male i giocatori che scegli. Ma questo significa che uno può perdere anche se spende tantissimo, mentre il contrario non si dà: e cioè se si spende poco, per quanto bene si spenda, comunque non si riuscirà a vincere.
Oggi il Milan incassa ogni anno quasi 200 milioni meno del Real Madrid, 145 milioni meno del Barcellona e un centinaio di milioni meno del Manchester United. Abbiamo citato i tre club europei che vantano i maggiori fatturati. Non a caso, Barcellona e Manchester United si sono qualificati per due delle ultime tre finali di Champions, arrivando comunque in semifinale anche l’anno scorso. Il Real Madrid invece si è riaffacciato ai vertici in questa stagione, dopo aver scontato clamorosi errori di gestione.
Il problema è che il Milan, come l’Inter l’anno scorso, è riuscito a ridurre questo spaventoso gap di ricavi (una forbice che si è allargata a dismisura nelle ultime cinque stagioni) grazie alle iniezioni di capitale garantite dal suo proprietario. Di 69,7 milioni di euro il risultato negativo del bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, il linea con quello dell’Inter in rosso per 70 milioni al 30 giugno 2010. Ebbene, questa gestione mecenatista fra tre anni non sarà più possibile. Il Financial Fair Play, già approvato dall’Uefa ma la cui applicazione sarà graduale, prevede che tu possa spendere soltanto quanto incassi, altrimenti le competizioni europee non solo non le vincerai, ma non vi potrai neppure partecipare.
Va quindi completamente ristudiato il modello di business dei grandi club calcistici italiani. Se non si riuscirà a operare sul fronte dei ricavi, dovremo rassegnarci ad anni di stenti ancora superiori in Champions e in Europa League. Oggi il Milan, che resta la società italiana con il fatturato maggiore, si mantiene al livello della concorrenza soltanto per quanto riguarda le entrate da diritti televisivi, dove pure sconta l’incapacità della Serie A di vendersi bene anche alle tv estere. Incassa invece quattro volte meno del Real Madrid dallo stadio e due volte e mezzo meno del Real Madrid da sponsor, merchandising e altre attività di marketing. L’Inter viaggia sugli stessi ordini di grandezza dei cugini. Anzi, è molto meno dinamica nelle capacità di marketing e di sfruttamento delle nuove tecnologie. Se non cambiano passo, saranno dolori.
9 Maggio 2011