Nel mare di cafonaggini che ormai contraddistinguono tutte le pubbliche discussioni italiane, non ha poi smosso più di tanto le acque l’episodio (minimo, certo, ma perché ci stiamo abituando anche a vedere di peggio) del coro volgare di Gattuso, accompagnato dagli ultrà del Milan, sulle qualità umane di Leonardo, suo ex compagno ex dirigente ed ex allenatore che quest’anno ha deciso di passare sull’altra sponda. Moderate le reazioni. La sua società in pubblico gli ha tirato le orecchie molto piano e non si sa esattamente che cosa gli abbia detto in privato, ma sostanzialmente non sembra che le reazioni dei berlusconiani del pallone siano state molto differenti da quelle dei berlusconiani della politica a proposito dell’attacco in Letizia a Pisapia. Le istituzioni calcistiche probabilmente gli daranno un paio di giornate di squalifica, così come hanno fatto in Francia con quel terzino del Marsiglia che dopo una finale di Coppa di Lega ha preso il microfono dello speaker dello stadio per intonare un coro egualmente scurrile anche se non ad personam, ma indirizzato verso l’intera squadra e l’intera tifoseria del Paris St. Germain. In fondo, tutto il calcio è paese. Che quel terzino, Taiwo si chiama, l’anno prossimo sia destinato a giocare nel Milan è circostanza puramente casuale.
Piuttosto, non si può non rilevare come i toni dei rilievi etici all’indirizzo del comportamento di Gattuso siano stati molto più moderati rispetto ad altri analoghi incidenti, tipo il calcione di Totti a Balotelli dell’anno scorso. E questo non dipende per niente dalle protezioni mediatiche eventualmente garantite dalla galassia belusconiana ai giocatori di casa rispetto alle debolezze comunicative della Roma piuttosto che di altri club calcistici. Gattuso è stato subito perdonato, o quasi, dall’opinione pubblica pallonara perché è Gattuso, è quel tipo di giocatore che da noi piace così tanto. Uno che in campo, dicono, ci mette il cuore. Un trascinatore. Un tutta grinta. E poco importa che buona parte dei suoi interventi siano da scarpone. Che certi atteggiamenti più che capitano siano da invasato. Che si butti sempre sulla palla come se vicino a quella non ci fosse un avversario, un uomo, ma un ostacolo da rimuovere con ogni mezzo. Che abbia le vene del collo sempre troppo gonfie.
Ma il senso di questa nota non è sottolineare che il Milan e il mondo del calcio sono stati (forse) troppo indulgenti, né tentare di demolire il mito di Gattuso. Il problema è che, da non padre, mi è capitato recentemente di vedere tante partitelle di bambini di 6-7-8 anni. Un grande spettacolo. Che talvolta però fa pnsare. Perché oltre a correre e giocare all’aria aperta, che per fortuna resta lo scopo numero 1 di questi bimbi, il loro sforzo e il loro divertimento principale non è né quello di migliorare le proprie capacità diciamo così tecniche né quello di vincere la partita, sì c’è un po’ anche questo, ma più per far piacere ai genitori che per se stessi. No, la loro gioia massima è poter ripetere la gestualità dei calciatori che vedono in Tv. E quindi il gol, anche il più stupido, magari su rigore e a porta vuota, non è importante in sé ma perché consente di ripetere l’ultima esultanza individuale o collettiva che li ha colpiti. E siccome le esultanze, non so se l’avete notato, soprattutto in Italia, sono sempre più teatrali, ma sono anche sempre più isteriche, cattive, esagerate, ecco che fa una certa impressione vedere questi bambini che le ripetono, che stringono i pugni come se avessero vinto una Champions, che vanno a urlare a squarciagola verso una telecamera immaginaria, ma anche che scivolano per il campo tuffandosi, che si mettono il pollice in bocca come Totti, che fanno le linguacce come Del Piero, che fingono di baciare tatuaggi che per fortuna ancora non hanno, che fanno il gesto con le orecchie come Toni. Spesso fanno sorridere, perché sempre bambini sono, ma a volte un po’ inquietano.
Da qui l’invito, che mi viene voglia di rivolgervi: per favore non fate vedere Gattuso, ma neanche Toni, ai vostri bambini… O meglio, spegnete i televisori subito dopo i gol.
13 Maggio 2011