Cosa ci dicono i risultati di questa tornata amministrativa? Il risultato più eclatante è di certo quello milanese, dove la Moratti, a prescindere dal risultato finale, è protagonista di una debacle politica senza precedenti.
A contribuire a questo risultato è stata sicuramente una strategia comunicativa poco efficace, come scrivevamo oltre un mese fa commentando la campagna di affissioni del candidato del centrodestra:
La scelta di puntare sul personalismo lascia a desiderare e sembra un tipico esempio di una strategia del tipo “chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati”.
La popolarità del sindaco, è infatti a livelli preoccupanti. Gli strateghi della campagna devono aver pensato che non ci poteva essere idea migliore di una bella serie di manifesti con l’immagine del candidato. Detto in altre parole, hanno cercato di rimediare all’ultimo minuto a un problema di immagine che si è sedimentato nel corso degli anni.
Questa strategia non fa i conti, però, con i meccanismi di decodifica di chi guarda quei messaggi. Far cambiare idea alle persone, infatti, è molto difficile, secondo alcuni perfino impossibile (almeno con una campagna di affissioni). Più facile è rinforzare le opinioni di quanti sono già d’accordo con una certa idea.
Applicato al caso concreto: sarebbe stato più utile puntare a rinsaldare alcuni punti forti dell’immagine dell’amministrazione Moratti.
Invece si è scelto di puntare proprio sul punto debole – la figura di Letizia Moratti – aumentando la salienza di questo elemento nella mente dei cittadini e quindi facendo un favore all’avversario, che beneficia proprio del suo essere non-Moratti.
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