Verde MatematicoLa geografia nucleare che dobbiamo evitare

La notizia nei giorni scorsi del furto di un computer presso lo stabilimento Enel di Tor di Quinto, a Roma, ha provocato un sibillino comunicato da parte della società elettrica, che affermava che ...

La notizia nei giorni scorsi del furto di un computer presso lo stabilimento Enel di Tor di Quinto, a Roma, ha provocato un sibillino comunicato da parte della società elettrica, che affermava che il pc portatile conteneva “documenti aziendali relativi a studi e analisi preliminari, privi di risvolti operativi, sulle caratteristiche di siti per impianti nucleari in Italia e all’estero“.

Ma cosa avrà mai potuto contenere questo computer? Certo è chiaro che da qualche parte Enel conservi i dati degli studi fatti sulle varie zone papabili, per capire verso quale sito avrebbe dovuto orientare la scelta, spettando proprio alla società elettrica (secondo il decreto sulle localizzazioni n.31 del febbraio 2010) il compito di individuare e proporre dei siti papabili.

Oltretutto fu propro l’AD di Enel, Fulvio Conti, a dichiarare lo scorso dicembre: ”I siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia li abbiamo gia’ individuati, ma non li dico neanche sotto tortura”.

Non potendo avere notizie a riguardo, quindi, ci possiamo attenere alle informazioni che già abbiamo.

Nel maggio 2009 questa relazione, che realizzai per Greenpeace e che conserva tuttora la sua validità, metteva a confronto tre mappe: una mappa degli anni ’70 per la localizzazione dei siti dell’allora Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (oggi ENEA), che teneva conto dei vincoli paesaggistici, naturalistici e militari; una mappa della vulnerabilità ai cambiamenti climatici delle aree costiere (del 2007); una mappa realizzata nel 2000 da un gruppo di lavoro ad hoc per l’individuazione dei possibili siti di stoccaggio, che all’epoca portò alla scelta di Scanzano Jonico come deposito geologico per le scorie radioattive (tentativo fallito nel 2003, per l’opposizione della popolazione locale).

Dall’incrocio delle tre mappe si desumono diverse zone papabili per la costruzione delle centrali, un po’ sparse per l’Italia, da nord a sud, alle isole. Per le scorie radioattive, invece, le zone papabili risultano essere veramente poche.

A questo link trovate la relazione con tutti i dettagli. http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/mappe-nucleari.pdf

E dato che domenica si DEVE andare a votare, ne consiglio vivamente la lettura.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter