Marchionne veste PradaPitti Uomo: i buyer asiatici più preparati di quelli italiani?

Il proprietario di un brand italiano che espone a Pitti si confessa off the record: "Questi buyer italiani sono dozzinali: sanno solo dirti "eh ma questo costa troppo", non gli importa nulla del fa...

Il proprietario di un brand italiano che espone a Pitti si confessa off the record: “Questi buyer italiani sono dozzinali: sanno solo dirti “eh ma questo costa troppo”, non gli importa nulla del fatto che il prodotto sia made in Italy e che sia fatto con tessuti pregiati, magari completamente artigianale. A dirla tutta, alcuni tessuti non sanno nemmeno cosa sono”. E aggiunge: “Le percentuali più cospicue dei loro budget vanno ai brand riconoscibili: nomi come Vuitton, Prada, Armani vanno bene perchè sono specchietti per le allodole. La ricerca ai negozi italiani non interessa, quello che conta è la cassa”.

Diversa l’opinione sui “cugini” asiatici: “Loro si siedono a un tavolo e vogliono capire. Capire che tessuto abbiamo usato, perchè e da dove viene. Capire perchè un capo costa quanto costa. Sanno valorizzare il made in Italy più di quanto non facciano gli italiani: un po’ triste, ma è la verità”.

I buyer asiatici che si aggirano nei padiglioni meno brandizzati del Pitti – quelli con i marchi meno noti, giovani o nuovi – in effetti sono molti. Gli italiani affollano, per quanto ho potuto vedere, casual e sport e un po’ anche il classico.

Quando chiedo lumi ad altri marchi mi viene fatto un sorrisino: “eh, hanno i loro budget”.

E’ ovvio che un marchio importante attira i clienti più di uno sconosciuto, ma la ricerca non dovrebbe essere uno dei capisaldi della moda, anche di chi la compra?

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