Prendo spunto dalla canzone di Bruno Lauzi che la mia amica Cristiana ha appena postato su Facebook per parlare di un grande ritorno sulla scena della moda italiana, quello di Alessandra Facchinetti.
Nei giorni scorsi era stato tutto un vociferare attorno alla questione Facchinetti- Ferrè: i proprietari del Paris Group, secondo tantissime voci, avrebbero pensato alla Facchinetti per la direzione creativa di Ferrè.
Sbagliato.
L’ultima volta che avevamo sentito parlare di Alessandra Facchinetti – tutti sanno chi è: essendo figlia di Roby, tastierista dei Pooh, e sorella dell’ex dj ora conduttore Francesco, almeno nell’identità è una stilista super pop – era l’ottobre 2008. Un millennio fa, per noi che siamo nell’epoca del hic et nunc. Dopo la sfilata parigina Alessandra Facchinetti era stata liquidata dalla griffe con un comunicato striminzito che adduceva la fine della collaborazione “a seguito di disallineamenti con la visione aziendale”. Colpevole di aver fatto un po’ troppo di testa sua, insomma.
Bisogna dire che la stilista, diplomata al Marangoni a Milano, arrivava da due esperienze altrettanto negative: da Gucci, dove dopo anni alla corte di Tom Ford lo aveva sostituito venendo poi soppiantata dalla Giannini, ancora in sella, e da Moncler. Su Facebook c’è persino un gruppo ah hoc: “Alessandra Facchinetti: fatela lavorare”
Oggi Facchinetti – che alle spalle ha i suoi mentori e promotori di alto livello – ritorna, ma non da Ferrè: del resto per prendere in mano una realtà con una grande storia alle spalle e fare anche profitti (cosa che sta a cuore più di tutte a Paris Group) non ci vuole solo talento (che a lei non manca, ma nemmeno ad Aquilano e Rimondi) ma anche capacità di guardare al mercato e di assecondare le esigenze aziendali.
La rentrée di Alessandra, che come stilista ha estremo bisogno di un’esperienza positiva per evitare di finire nel dimenticatoio definitivamente, coincide con il lancio di un nuovo prodotto: una collezione che si chiama Uniqueness, realizzata in collaborazione con Pinko, ma, a detta di chi la promuove, del tutto nuova. Un mix tra fast fashion, internet, couture e futuro.
C’è meno da perdere e più da guadagnare in un progetto così. Se andasse bene potrebbe essere il trampolino di lancio per un ritorno definitivo della stilista nell’olimpo delle griffes. Se andasse male, un esperimento fallimentare e basta.
La postilla va ad Aquilano e Rimondi: dopo la capsule per Fay, che presenteranno a settembre, anche la mini collezione per i 20 anni di Piazza Sempione, sempre per la pe. Le seconde e le terze chances arrivano quasi sempre, insomma.
Chissà se assisteremo a un altro grande ritorno, quello di Galliano?