L’Idv cresce nei sondaggi grazie a una nuova strategia del suo leader, che punta verso posizioni più moderate per far crescere i propri consensi e prevenire una possibile erosione di voti dovuta alla crescita del Movimento 5 stelle
La nuova strategia di Di Pietro sembra dare i primi frutti: gli ultimi sondaggi di Emg per La7 vedono, infatti, l’Italia dei Valori in ascesa.
Chi credeva che il colloquio con Berlusconi e il discorso alla Camera della scorsa settimana avrebbero fatto perdere consensi al partito è stato smentito.
Di Pietro, infatti, ha saputo rispondere con efficacia e tempestività alle critiche della base che aveva disapprovato il suo operato: fin da subito ha sostenuto che non è stato lui, ma il premier, ad avvicinarsi e ha rinforzato la propria posizione di “innocenza” con una battuta: “cosa avrei dovuto fare? Menarlo? Morderlo? Strappargli i capelli finti?”.
Ma la crescita dell’Idv si inserisce in una più ampia strategia del suo leader che punta verso posizioni più moderate per far crescere e consolidare i propri consensi.
Quella di Di Pietro potrebbe essere una contromossa rispetto all’avanzata di Grillo: per non rischiare di venire fagocitato da uno “più puro” di lui, il leader Idv prova a spostarsi verso posizioni più moderate.
È una scelta che potrebbe pagare: come racconto nel libro “Le parole sono importanti” una linea analoga è stata seguita dalla Lega nel 2006: uno studio aveva rivelato l’esigenza di portare il partito su posizioni più moderate.
Come conseguenza i leghisti cominciarono a enfatizzare le tante realtà nelle quali il partito è al governo con i propri sindaci e presidenti di Provincia. I toni vennero abbassati e venne proposto, accanto al solito stile “urlato”, anche uno più pacato, che ancora oggi caratterizza tanti esponenti del movimento, si pensi a Roberto Cota o a Luca Zaia.
Questo mutamento ha consentito alla Lega di raddoppiare i propri consensi nel 2008. Un risultato impensabile ed eccezionale. Ora Di Pietro potrebbe provare a fare lo stesso: è difficile che possa migliorare l’ottimo risultato delle europee (8%) ma anche se riuscisse a consolidarlo potrebbe essere più che wsoddisfatto, se ricordiamo che l’Idv parte dal quattro per cento delle scorse politiche e che solo due anni prima, nel 2006, aveva di poco superato il due per cento.
ps. ringrazio Giovanni Marinetti che con la sua intervista mi ha stimolato a riflettere su questo tema.