Marchionne veste PradaNoi, negozianti alle prese con la crisi (e la moda)

Da un lato o dall'altro della barricata, poco importa: la crisi nella moda si fa sentire sia per i negozianti sia per i consumatori. I dati che, a una settimana (anzi meno) dall'inizio della settim...

Da un lato o dall’altro della barricata, poco importa: la crisi nella moda si fa sentire sia per i negozianti sia per i consumatori. I dati che, a una settimana (anzi meno) dall’inizio della settimana della moda di Milano, stringono in focus sul retail arrivano dal sondaggio stagionale di Fashion Magazine, pubblicazione di moda e business.

Cito testualmente:“L’esigenza più sentita dai negozianti è quella di essere in qualche modo agevolati, permettendo cambi e riassortimenti più fluidi. Alcuni propongono di prevedere almeno una percentuale di reso“.

I negozianti, in effetti, l’invenduto non sanno più dove metterselo. Basti pensare che una nota boutique di calzature di lusso (un multimarca, con più negozi) che è proprio sotto casa mia all’interno del negozio ha ancora i saldi estivi.

Oggi al consumatore cosa interessa? Il made in Italy, per esempio. Il che è una buona notizia per le pmi che sono parte integrante del processo produttivo nostrano:

“Il momento di difficoltà economica acuisce anche l’insofferenza del consumatore per i prodotti di fascia medio-alta non realizzati in Italia: il 58% dei dettaglianti ci ha segnalato un cambiamento significativo di mentalità: l’acquirente, al momento della scelta, ora è disponibile a spendere cifre elevate solo se l’accessorio in questione reca la scritta che indica la manifattura italiana“.

Le opinioni sul sell-out pe 2011 sono discordanti: secondo quanto riportato da Fashion Magazine, il 65% degli intervistati valuta l’andamento in linea con la stagione calda precedente, il 19% dichiara un incremento nell’ordine del 10% circa e il restante 16% accusa una flessione (del 20% circa per il 10% e del 10% circa per il 6%).

Le donne comprano sempre più degli uomini (o sono gli uomini a regalare abiti alle donne) perchè gli articoli womenswear sono i più venduti: lo afferma l’80% del campione. La sensazione prevalente (47% dei casi) è inoltre che la performace di scarpe e borse per lei sia stata migliore in generale di quella dell’abbigliamento donna: in sostanza le signore, in tempo di austerity, mostrano di preferire proprio gli acquisti di accessori.

Cosa accadrà, secondo i negozianti?
Passando al futuro, le previsioni di sell out sulla stagione invernale appena partita sono improntate a un sano realismo. Il 56% dei negozianti pensa infatti di confermare i livelli di fatturato dello scorso anno, il 22% crede in una ripresa e un altro 22% paventa una flessione.

Se ci sono negozianti in ascolto, battano un colpo per dire la loro…

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