Sarà una commissione del Parlamento Francese a discutere una nuova legge che regoli l’ingresso nel capitale di un’azienda quotata. Il casus belli era stato qualche mese fa la scalata LVMH su Hermès: il gruppo di monsieur Arnault aveva acquisito quote di Hermès fino a raggiungere il controllo del 14,2% del capitale della griffe francese, capitale molto frazionato perchè in mano agli eredi per il 72% circa. Successivamente LVMH è salito al 17 e poi al 21,4% e ha spinto gli eredi Hermès non solo a chiedere ad Arnault di vendere il 50% della propria quota (secondo Le Figaro) così da aumentare il flottante, ma anche a pensare di costituire una holding per contrastare l’avanzata del gruppo Vuitton, come riportato da fashionmagazine.it
Bene. Il caso Hermès- Vuitton, che da un lato ha tutta l’aria di una scalata ostile preparata a scaglioni e quindi con tutta calma, come a dire “chi vuol vendere, prego”, ha dato il via ad una riflessione legislativa: la Francia sta pensando di rendere obbligatorio per gli investitori una dichiarazione d’intenti che annunci l’ingresso nel capitale di un’azienda quotata, al fine di evitare avanzate come quella già citata. L’ emendamento riguarda in particolare gli strumenti derivati e obbliga un investitore a dichiarare all’autorità locale dei mercati finanziari, l’Amf, quando la somma delle azioni e titoli assimilabili (compresi i contratti a termine) di un’azienda quotata detenuti in portafoglio arrivano a superare il 5% del capitale.
Intanto LVMH, per ora scampata alla regolamentazione dei take over, si gode i successi di Hermès, che con i suoi pezzi cult – i foulard di seta ma anche le borse Kelly e Birkin, uno status symbol di cui alle sfilate si fa una scorpacciata vera e propria (e ci si chiede su un campione di 10 quante siano false..) – vende benissimo: a luglio ha annunciato un aumento delle vendite nel secondo trimestre 2011 pari al 27%. Nella stessa occasione Hermès ha alzato anche le stime di fatturato: +12%, rispetto a una previsione di +5% fatta a marzo. Chissà se la battuta d’arresto che ha colpito i consumi ad agosto ha piagato anche il roseo anno di Hermès. Personalmente non credo. Anche perchè la maison di Faubourg ha lanciato da poco un marchio in esclusiva per la Cina: la visione macro, insomma, ce l’hanno ben chiara in mente.