«Se oggi è stato un bagno di sangue, domani sarà anche peggio». La frase è di un senior trader di un’importante banca d’affari italiana, arrivata alla fine di una giornata nera a Piazza affari e non solo. La liquidità nel mercato interbancario è completamente bloccata e i rendimenti dei titoli di Stato italiani, di qualsiasi maturity, sono schizzati ai massimi dall’introduzione dell’euro. Inoltre lo spread fra BTp e Bund ha toccato un nuovo record a quota 575 punti base. Stessa tendenza per i Cds sull’Italia, oltre quota 570 punti base. Sebbene la situazione economica dell’Italia non sia nemmeno lontanamente paragonabile a quella di Grecia, Irlanda e Portogallo, la tendenza che hanno preso i mercati obbligazionari nei confronti dell’Italia non può lasciare tranquilli.
Le conference call fra le banche continuano furiose e nelle sale operative si sono vissuti attimi di panico. «Non mai visto movimenti di questo genere sull’obbligazionario, tutto è completamente fuori controllo, di questo passo usciamo dai mercati in tre giorni», si lascia scappare un banchiere milanese di lungo corso. Tutti guardano a Roma, sperando di avere risposte, ma queste non arrivano. E domani si va in asta. Il Tesoro tenterà di collocare BOT a 12 mesi per circa 5 miliardi di euro. Quella del Dipartimento del Debito pubblico vuole dare una prova di forza a tutti quelli che pensano che l’Italia sia entrata in una spirale della morte. Oggi è arrivato il primo margin call sui titoli italiani da parte di LCH.Clearnet, la principale clearing house europea. Era di differente entità, a seconda della scadenza del titolo in questione. Il massimo innalzamento dei requisiti di margine era del 5%, applicato ai titoli oltre i sette anni. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare un margin call ben più elevato. Oggi lo spread fra i Btp decennali e il C96010Y Index, cioè un basket di titoli di Stato con rating AAA (Francia, Germania, Olanda, Austria), ha superato quota 450 punti base. Secondo le regole di LCH.Clearnet, se un titolo rimane oltre questa soglia per cinque giorni, scatta l’aumento del 15% sui margini richiesti. Data la crisi di liquidità delle banche europee, queste potrebbero non essere in grado di soddisfare il margin call. In questo caso, l’unica soluzione possibile sarebbe la vendita effettiva dei titoli. Proprio quanto successo oggi.
La situazione non è semplice. Con i tassi d’interesse sui Btp decennali pericolosamente vicino a quota 7,5% e con la curva invertita per quanto riguarda i titoli a due e cinque anni, è difficile pensare che si possa sopravvivere agevolmente senza un aiuto esterno. Da oggi fino a fine 2012 dovranno essere rifinanziati 340 miliardi di euro di debito pubblico italiano. Farlo con questi tassi significa sprofondare verso l’abisso.