Sarà che è Natale e siamo tutti più buoni, sarà che il freddo vero è arrivato e leggere sui giornali dell’ennesimo homeless stroncato dalle temperature sottozero mentre dorme all’aperto è una delle notizie più tristi della giornata ma Milano si è attrezzata con il Piano Antifreddo al quale partecipano molte griffes del mondo della moda. Menomale.
Ricordate l’iniziativa britannica che prevede la donazione di un cappotto a favore degli anziani di cui ho scritto qualche tempo fa? http://www.linkiesta.it/blogs/marchionne-veste-prada/arriva-il-freddo-e-uk-si-donano-i-cappotti-agli-anziani-perche-non-farl
Quella milanese parte direttamente dalle aziende: sono stati raccolti 1440 capi, tra cui cappotti, pantaloni, maglie, camicie, giacche, scarpe, sciarpe, guanti, cappelli donati da marchi tra cui GAP, Valentino, Marina Yachting, Nike, Stone Island, Missoni, Boggi, Diesel, Bikkembergs, GAS, Banana Repubblic, Bally. “Stiamo lavorando – ha spiegato Paola Ruffo, ufficio stampa di La Perla e coordinatrice della raccolta – ad un progetto, che avrà scadenza annuale, nel quale la moda milanese intende impegnarsi per contribuire in maniera attiva alle politiche sociali della nostra città”.
Ben fatto. Sarebbe bello che queste cose diventassero non tanto la risposta ad un’emergenza quanto la normalità.
Della stessa opinione è Majorino, l’assessore alle politiche sociali della giunta Pisapia che oggi ha presentato la seconda parte del piano Antifreddo (dal 24 dicembre, presso il Centro della Protezione di via Barzaghi 2, ci saranno altri 70 posti letto in piccoli container da 4 persone): “Il Piano Antifreddo sta funzionando molto bene grazie ai milanesi che hanno contribuito molto generosamente e alle associazione che lavorano con grande serietà” ha detto l’assessore. E ha aggiunto: “Questo Piano Antifreddo dovrebbe essere l’ultimo: intendiamo proseguire in modo permanente un lavoro di sostegno verso coloro che sono senza un tetto, anche quando le temperature si rialzeranno. In diverse città d’Europa il fenomeno dei senza fissa dimora è ridotto solo agli irriducibili, che compiono una scelta di vita. Anche a Milano deve essere così: questo è il nostro obiettivo. Entro il 2016 non devo più esserci persone che vivono per strada”.
Utopie a parte, speriamo sia un grido vero di battaglia e non solo la promessa di fine anno, insomma.