Da qualche anno esiste sul web il servizio Google-map. E scommetto che non esiste utente che almeno una volta abbia sentito la legittima curiosità di vedere dalle immagini satellitari messe gratuitamente a disposizione il luogo dove vive, la sua città, perfino la sua casa. (Come avrà fatto per gli altri luoghi familiari, dal posto abituale delle vacanze a quello che ricorda con piacere gli incontri positivi, le relazioni significative, insomma i posti che hanno segnato la sua vita).
Se è innocente e comunque rassicurante la curiosità di situare se stessi e i propri cari nella geografia della Terra, non è forse “curiosità istituzionale” per gli organi dello Stato scoprire facilmente quello che è costruito, sta sul territorio e finora sfugge al legittimo controllo e al corrispettivo tributo per il buon andamento della comunità di tutti ?
Il neo vice-ministro all’Economia (e fino ad ieri direttore generale del Tesoro) Vittorio Grilli ha ammeso pubblicamente che ci sono più di un milione di case abusive, non censite a catasto ed estranee ad ogni forma di tassazione, ICI compresa. Il vice-ministro Grilli ha spiegato che erano due milioni nel 2008, quando si è cominciata una verifica, con appositi strumenti, comprese le fotografie aeree con raid di velivoli programmati a questo scopo.
Ma perchè i cervelloni delle tasse non usano Google-map, che non costa niente e l’immagine dall’alto la dà, con una definizione che fa riconoscere fino ad oggetti ben più piccoli di un’automobile? Quel milione di case, con le sanzioni già previste (in media 10 mila euro) valgono 10 miliardi ricuperati dall’evasione. Un patrimonio strutturale, che non può più scomparire, e che continuerebbe a dare gettito stabile. Contribuendo magari ad alleggerire la stangata che tocca sulla casa i ceti medio-piccoli già ampiamente impoveriti. E’ così difficile far di conto sul buon senso ?