Sono tornata da Pitti ieri sera, con il rammarico di non aver potuto dare abbastanza spazio, nelle mie peregrinazioni di stand in stand, ai giovani talenti che, invece, a Firenze meritano attenzione. Due giorni alla Fortezza da Basso, credetemi, non sono sufficienti: non per le distanze, che in confronto a quelle di Rho Fiera Milano, che ospita il Salone del Mobile, sono praticamente inesistenti, ma per la densità di informazioni, di storie e di prodotti che in fiera trovano spazio. Pitti Uomo è arrivato all’edizione numero 81: un successo premiato da presenze illustri – quest’anno, tanto per citarne alcuni, si sono aggiunti MCQ, linea giovane di Alexander McQueen, DKNY Men e Jimmy Choo: marchi internazionali che vedono in Pitti una grande occasione – e piccole e medie imprese che rappresentano le vere protagoniste del tessuto industriale italiano legato alla moda. Aziende storiche che hanno i loro marchi ma lavorano spesso da terzisti producendo per i big brand; aziende familiari che, ammettono, quest’anno vivranno nell’incertezza dovuta alla congiuntura economica, ma di smettere non hanno la minima intenzione.
A Pitti ai 2012/13 – sì, si parla già del prossimo inverno – ci sono 1060 marchi internazionali. A prendere in esame le collezioni, invece, sono 23 mila compratori da tutto il mondo. Se il primo giorno molti espositori hanno lamentato un’affluenza scarsa o quantomeno disomogenea, ieri la musica è stata totalmente diversa: ho fatto un giro nel padiglione centrale, dedicato alla moda formale, e al piano superiore, dove ha sede il “Classico Italiano”, totalmente made in Italy era strapieno di buyer orientali.
“I cinesi vanno pazzi per la qualità italiana: a loro vendiamo sciarpe da 300 euro senza problemi” mi ha detto un produttore di Varese il cui fatturato, circa 3 milioni l’anno, dipende per il 90 per cento dall’estero”. Nonostante i mercati facciano presagire un rallentamento dei consumi anche nei paesi cosiddetti emergenti.
Per le pmi, comunque, Pitti è senza dubbio una grande occasione per farsi notare dai buyer. A chi, come me, è potuto rimanere solo pochi giorni viene in aiuto la Rete: un anno fa Fiera Digitale ha lanciato la piattaforma e-pitti.com, oggi attiva anche con gli showroom virtuali degli espositori.