L’ultima dichiarazione lanciata in queste ore da Don Mazzi ha già fatto molto discutere: ‘Italiani, non spendete soldi per salvare cani e gatti, ma destinate denaro alle nostre strutture’.
Premetto che la dichiarazione appare alquanto strumentale e molto superficiale. Mettere in competizione animali e persone è una vecchia argomentazione, troppe volte ascoltata in maniera opportunista e che non convince nessuno.
Per prima cosa, invece di prendersela con chi fa le donazioni, Don Mazzi potrebbe pensare di rivolgersi ad esempio a chi spende troppo per beni di lusso. Secondo il rapporto sulla ricchezza pubblicato da Merrill Lynch – Capgemini, il comparto dei beni di lusso è in crescita, nonostante la crisi, trainata dai cosiddetti passion investment (automobili di lusso, barche, gioielli, jet, beni da collezione) e ci si aspetta che continuerà a crescere.
Altra idea. Don Mazzi potrebbe chiedere soldi direttamente alla Chiesa Cattolica, che incassa circa un miliardo all’anno solo dall’8 per mille, e dedica solo il 20% della spesa reale alla carità in Italia e nel terzo mondo, mentre l’80% rimane proprio alla Chiesa Cattolica.
Ma i veri competitor di Mazzi sono altri. Va infatti detto che la fondazione Exodus non è affatto in competizione con le associazioni per la tutela dei diritti degli animali, ma piuttosto con le altre associazioni che operano per scopi umanitari e soprattutto gli enti che si occupano di ricerca scientifica e sanitaria.
Infatti, secondo un’indagine di Eurisko, commissionata nel 2011 dall’Istituto Italiano Donazioni, risulta che la propensione degli italiani a donare è per il 95% rivolta alla ricerca scientifica e a scopi umanitari (ricerca scientifica, emergenze umanitarie, aiuti per la fame e il sottosviluppo, aiuti alle persone povere, assistenza ai malati, tutele dei diritti civili), mentre per la rimanente parte si riferisce alla tutela degli animali, dell’ambiente e del patrimonio artistico. Dunque veramente molto poco per beneficiari invece così importanti.
Questa ricerca risulta confermata dai dati che si riferiscono al 5 per mille. Prendiamo a titolo di esempio un anno a campione, il 2008. Dei 397,5 milioni di euro distribuiti nel 2008, ben 38,3 milioni sono stati elargiti per la ricerca scientifica e 15,9 milioni in quello ricerca sanitaria. Dei 266 milioni di euro destinati a Onlus e volontariato, invece, i primi in classifica risultano essere Medici senza frontiere (9,2 milioni), Emergency (9,1 milioni), Unicef con oltre 7,6 milioni e ancora l’Associazione italiana ricerca sul cancro con 5,9 milioni. Non risultano tra i primi nè associazioni animaliste, nè tantomeno per la tutela di cani e gatti.
Fa un certo effetto ricordare che tra i maggiori beneficiari del 2008 risulta invece la Fondazione San Raffaele di Milano, all’epoca presieduta da Don Verzè, con 9,7 milioni raccolti, che è il secondo beneficiario assoluto tra gli enti che si occupano di ricerca sanitaria.
Mi permetto di dare un suggerimento a Don Mazzi. È troppo facile prendersela con cani e gatti. Ma è anche inutile.Sono ben altri i suoi concorrenti!