È bastato uno sciopero degli autotrasportatori e poi una bella nevicata per svuotare per ben due volte nel giro di pochi giorni gli scaffali di molti supermercati e evidenziare l’assoluta dipendenza delle città rispetto a prodotti ‘freschi’ che spesso percorrono mezza Italia prima di arrivare in tavola.
Certo non era un segreto. Proprio per questo già da tempo molti si sono organizzati per acquistare prodotti a km zero. I GAS, Gruppi di Acquisto Solidale, sono realtà in crescita e mettono insieme le persone in piccole comunità di acquirenti.
Il km zero riduce drasticamente l’inquinamento dei trasporti, il biologico dà una garanzia sulla genuinità del prodotto e la filiera cortissima permette un maggiore controllo sui prodotti alimentari. Nel 2011 gli acquisti diretti nei mercati degli agricoltori sono aumentati del 53% e hanno riguardato ben 9 milioni di persone.
Ma, pur acquistando direttamente, le persone rimangono figlie di una vita di città che le ha rese prima di tutto clienti e quindi mai realmente indipendenti.
Così c’è chi è andato oltre e ha messo in piedi, anche in città, esperienze di coltivazione diretta. Si tratta a volte di giardini condivisi, altre volte di orti didattici, spesso di veri e propri orti urbani. Chi ha provato a censirli ne ha già contati 90 nel solo centro di Roma città.
A volte basta anche solo un balcone, altre volte nemmeno quello. Si stima che la produzione degli orti in città sia composta per ben il 40% proprio di frutta e verdura, oltre a erbe aromatiche e fiori.
Un’esperienza molto interessante è quella in corso presso la riserva naturale dell’Aniene, dove da alcuni mesi un gruppo di “ortisti” ha ricevuto in uso temporaneo un pezzo di terra. Tra questi anche l’associazione Terra! che, in collaborazione con l’associazione Insieme per l’Aniene, proprio lo scorso fine settimana ha organizzato un corso teorico pratico di agricoltura urbana, introducendo i partecipanti all’agricoltura sinergica e al compostaggio domestico. Altri corsi e iniziative sono in programma.
Va infine detto che il fenomeno non è assolutamente marginale. Secondo una recente indagine nel 2011 un italiano su quattro si è dedicato all’orto. È una tendenza che non si esaurisce in una moda. Nasce da un’esigenza del tutto personale: ritornare indipendenti coltivando con le proprie mani il cibo che mangiamo.
(L’articolo è pubblicato anche sul numero di Marzo di RADIOGIORNALE, il progetto sociale e culturale ideato dai cittadini)