Voglio cambiare ariaAria, acqua, rifiuti: rischi e buone pratiche europee dal Report UNEP in vista di RIO+20

Crescita della popolazione, urbanizzazione e consumo delle risorse naturali stanno infliggendo un danno irreversibile al pianeta. E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dall’UNEP (United Nati...

Crescita della popolazione, urbanizzazione e consumo delle risorse naturali stanno infliggendo un danno irreversibile al pianeta. E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dall’UNEP (United Nations Environmet Programme) nel report pubblicato a due settimane dal Summit di RIO+20

Saremo 9 miliardi entro il 2050 e l’economia globale consuma ancora una quantità eccessiva di risorse naturali. Dei 90 importanti obiettivi ambientali delle Nazioni Unite solo quattro hanno dato risultati apprezzabili, tra questi la riduzione del buco dell’ozono e un maggior accesso all’acqua potabile. Per contro, poco o nulla è stato fatto per altri importanti obiettivi. L’UNEP richiama i governi affinché concentrino la loro attenzione sulle cause dei cambiamenti climatici, la crescita elevata di popolazione e urbanizzazione, l’energia prodotta da combustibili fossili, il consumo di risorse e i fenomeni connessi alla globalizzazione.

Per quanto attiene l’Europa, il report rileva che nonostante l’evoluzione legislativa la quantità di rifiuti prodotta continua ad essere consistente a causa dell’insufficiente attitudine al riciclo. Sebbene l’UNEP consideri interessanti i progressi fatti in alcune regioni per la riduzione delle emissioni di gas serra, l’insufficiente quantità di dati ambientali e un atteggiamento delle politiche economiche orientate al consumo costituiscono una barriera ad ulteriori progressi.

* La qualità dell’aria, sebbene migliorata negli ultimi decenni anche in ragione delle direttive Europee, continua ad essere insufficiente e minaccia la salute delle popolazioni urbane e gli ecosistemi in diverse zone dell’Europe. L’attenzione è posta sugli obiettivi di riduzione degli effetti delle emissioni sulla salute delle popolazione europee.

Le best practice:
– La Germania, per l’introduzione dal 1991 di una tassa per le energie rinnovabili. Tra il 2000 e il 2010 la Germania ha portato dal 6.3 al 17 % la produzione di energia rinnovabile. Nel 2010 il settore tedesco delle energie rinnovabili impiegava 370000 lavoratori con 3.5 miliardi di investimento. Nel 2009 questi provvedimento hanno consentito alla Germania unar riduzione delle proprie emissioni del 5.8%
– La Svezia, con l’introduzione nel 2007 di una tassa per l’accesso dei veicoli in città nei giorni lavorativi. Riduzione dei viaggi e della distanza percorsa rispettivamente di 100.000 e dell’8.5%; tra il 10 e il 20% la riduzione degli inquinanti tipici del trasporto (monossido di carbonio, particolato e biossido di azoto); aumento dal 5 all’14% (tra il 2006 e i 2008) del car sharing di veicoli poco inquinanti. Il risparmio per costi sulla salute, tasse, tempi di percorrenza, emissioni di gas serra sono stimate in 95 milioni di dollari/anno.

* La qualità dell’acqua. L’eutrofizzazione (la proliferazione delle alghe) è la maggiore minaccia per le risorse europee d’acqua dolce, causata principalmente da scarichi di acque reflue e di dilavamento di origine agricola. In alcune regioni europee la domanda d’acqua eccede la disponibilità e oltre il 40% dell’acqua trasportata si perde prima di raggiungere il consumatore.

La best practice:

– Il bacino del fiume Tisza, che alimenta il Danubio attraversando Ungheria, Romania, Serbia, repubblica Slovacca e Ucraina, è stato oggetto di un piano di gestione integrata. Adottato nell’Aprile del 2011, entro il 2015 il piano si propone di ridurre le pressioni principali che minacciano l’intera area: inquinamento da nutrienti, sostanze organiche e pericolose, inondazioni e siccità.

* I rifiuti: solo il 38% dei rifiuti prodotti è riciclato. Si stima che la produzione di 6 tonnellate procapite annue aumenterà tra il 60 e l’84% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2003. In Russia, il 90% dei rifiuti proviene dalle attività minerarie.

Acqua, aria e rifiuti: una gestione non corretta dei rifiuti incide anche sulla risorsa idrica, peraltro il loro incenerimento non sembra essere un toccasana per l’aria che respiriamo. L’indicazione dell’UNEP è chiara: riciclo, senza se e senza ma.

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