Alzi la mano chi non è incuriosito di trovare il logo di McDonald’s in un blog di psicologia. Che c’azzecca direbbe qualcuno? Effettivamente può sembrare fuori luogo ma solo ad un primo impatto. Mi sono sempre chiesto quale può essere la ragione del successo di catene di questo tipo. Ad una analisi superficiale, si può dire che le catene di fast food prosperino nel momento in cui offrono del cibo a buon mercato. Questa certamente può essere una delle ragioni. Ma non può essere l’unica dal momento che ormai non è difficile mangiare a buon mercato. In qualunque parte del mondo ci si trovi.
Lo psicologo statunitense Abraham Maslow pubblicò, nel 1954, il testo Motivazione e personalità, nel quale espose la cosiddetta teoria piramidale dei bisogni. Se cliccate sul titolo del libro, in arancione, potrete vedere la piramide nella pagina di Wikipedia. Maslow individuò cinque grandi aree di bisogni (fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di stima, di realizzazione) in una scala che va dai bisogni fondamentali, quelli fisiologici, a quelli superiori, i bisogni di realizzazione. Pensiamo a quanti di questi bisogni vengono soddisfatti quando ci rechiamo in posti come McDonald: innanzitutto bisogni fisiologici, come l’alimentazione (anche se alcuni potrebbero rispondere col fatto che quello non è cibo!), ancora bisogni di sicurezza (la sicurezza fisica di occupazione, il bisogno di sapere, cioè, che abbiamo un posto in quel luogo, che nessuno ci manderà via da li), il bisogno di appartenenza che si scinde in due gruppi, sia l’appartenenza al gruppo che usufruisce con noi del pasto (amici, colleghi di lavoro, viaggiatori ecc) sia l’appartenenza al mondo stesso della catena, proposto come positivo, accogliente, comodo, gradevole. Ancora il bisogno di stima soddisfatto nel momento in cui entrando a far parte di un modello sociale proposto con queste caratteristiche positive, possono essere soddisfatti bisogni come quello di autostima e i bisogni di realizzazione (ci possiamo permettere le cose ‘giuste’ che la nostra società ci propone). Quattro dei ‘gradini’ della piramide risultano essere soddisfatti.
Un’altra delle ragioni del successo di questo tipo di catene e quello di rappresentare una sorta di sicurezza in qualunque parte del mondo ci si trovi. Forniscono un modello standard di cibo e di servizio all’interno del quale la persona si muove sicura dopo le prime volte. Se ci pensate, potete anche non pronunciare il nome del cibo che volete dato che i vari menù sono identificati anche con un numero. Questo è molto rassicurante. Siamo nel momento storico in cui le persone viaggiano di più. Il viaggio non è più riservato a pochi, è un fenomeno di massa che vede milioni di persone spostarsi da un continente all’altro. Veniamo perciò a contatto con posti nuovi, gente nuova, usanze nuove. E’ come se, all’interno di una realtà che diventa sempre più complessa, sempre più composita e più articolata, ci fosse un posto nel quale improvvisamente sappiamo come muoverci, come interagire con gli altri, come avere del cibo. E questo non solo sotto casa ma in qualunque parte del mondo. Se ci pensate è molto rassicurante. E credo sia per soddisfare necessità di questo tipo, necessità delle quali non siamo neanche consapevoli, che i menù di queste catene, salvo piccole variazioni, restano pressoché invariati. Proprio per farci sentire, in qualche modo, a casa.
Per questo credo sarebbe troppo facile liquidare questi fenomeni con un semplice ‘si spende poco’. Il successo di questo tipo di catene, è dovuto a fattori che vanno al di la delle singole società, dato che sono catene multinazionali, o di meri fattori economici, perché sembrano funzionare allo stesso modo sia in tempi di contrazione economica che in tempi di espansione economica. Ho sempre pensato che ci dovesse essere qualcosa di più profondo che spinge milioni di persone a preferire questo tipo di cibo piuttosto che altro.
Avreste mai detto che un pranzo da McDonald potesse avere questi risvolti?
Che ne pensate?
A presto…
Fabrizio
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