Nonostante la promessa di energia pulita a buon mercato, lo sviluppo di energia geotermica può essere un terreno infido. Residenti e scienziati suggeriscono che la perforazione profonda necessaria allo sfruttamento del calore naturale potrebbe causare terremoti. Così Scientific American nel 2009 a proposito di una zona della California in cui, successivamente al potenziamento dei livelli di produzione di energia geotermica, iniziarono a verificarsi eventi sismici. Ancora più interessante il riferimento al “famigerato progetto geotermico a Basilea, in Svizzera, che ha perforato tre miglia (4,8 chilometri) nella crosta terrestre, dove partì uno terremoto di magnitudo 3,4 che fece ondeggiare la città determinando la chiusura di tutte le attività”.
SA è una fonte autorevole e la posizione sui rischi di terremoto connessi alla geotermia trova concorde pressochè tutta la comunità scientifica. Ma c’è chi dice no. Si tratta de Il Tirreno che in un articolo sostiene che i fori geotermici stiano salvando l’Amiata dai terremoti. Perché, dicono i cittadini incalzati dalla giornalista, da quando l’Amiata è diventata “geotermica” i gravissimi terremoti che si registravano, non ci sono più… ma siccome non siamo scienziati, chiediamo agli esperti se è una ipotesi plausibile “.
Naturalmente non tutti i cittadini dell’Amiata concordano su questa visione salvifica della geotermia. Il Coordinamento dei Comitati dell’Amiata ha infatti inoltrato 12 domande al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, chiedendogli ragione della scelta di concedere a Enel di sfruttare l’energia geotermica toscana, nonostante gli impatti ambientali, economici e sulla salute che ne conseguono.
A complicare la vicenda arriva il fracking, che sino a pochi giorni fa si riteneva un pericolo remoto per l’Italia. In Italia il fracking è illegale e dunque teoricamente non praticato sino a quando, nell’area del grossetano… “Si tratta del campo di estrazione gas di Ribolla, in provincia di Grosseto, all’interno di due permessi di ricerca entrambi ottenuti dall’inglese Indipendent Resources. Che, guarda caso, possiede l’85% di ERS (il restante 15% è dell’italiana ERG). Cioè della società che voleva costruire il sito di stoccaggio gas a Rivara, appena bloccato dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico in seguito al sisma dell’Emilia” (GreenStyle). La ricostruzione dettagliata della genesi di questo progetto, a cura della prof.sa D’Orsogna, documenta l’utilizzo o la progettazione dell’utilizzo del fracking per l’estrazione del gas.
La domanda numero 13 al Presidente Rossi viene spontanea: com’è possibile che a vostra insaputa (sua e delle altre istituzioni toscane) dal 2006 un’azienda inglese scrivesse pubblicamente ai suoi azionisti rassicurandoli circa il business del “gas non convenzionale”, il Ribolla Basin Shale Gs Play?
Possiamo dire, anche a vantaggio de Il Tirreno, che il territorio grossetano oltre che dalla geotermia è minacciato anche dal fracking? E che entrambi, apparentemente, possono provocare terremoti?