Penso dunque cliccoLa legge è uguale per tutti. Anche per i dipendenti pubblici.

Il ministro Fornero in questi giorni ha rincarato la dose. Su licenziamento "facile" l'estensione è preferibile anche per i dipendenti pubblici. Ma facciamo uno o più passi indietro. Per me che ho...

Il ministro Fornero in questi giorni ha rincarato la dose. Su licenziamento “facile” l’estensione è preferibile anche per i dipendenti pubblici.

Ma facciamo uno o più passi indietro. Per me che ho appena 26 anni, alla mia età mia madre mi aveva già partorito mentre io ancora scrivo da precario e mi invento lavori improbabili, il posto come Dio. Se ci credi esiste, se non ci credi non esiste.
E’ possibile che in questo Paese le leggi debbano formalizzare la situazione reale e mai governare le situazioni di vuoto legislativo?
Si è creata la precarietà, ad onor del vero non con Berlusconi, ma con un divertentissimo governo di centro-sinistra (i governi col trattino). Da quando esiste la possibilità di lavorare a progetto, tutto diventa progetto. Ormai noi giovani abbiamo imparato a convirere con la parola progetto e sentiamo sempre meno la parola contratto. Figuriamoci la giusta causa di licenziamento. Noi non veniamo licenziati. Scadiamo.

Allora permetterete che io mi schieri a favore dei licenziamenti “facili”. Cioè il dipendente pubblico, che per anni è stato uno status privilegiato debba iniziare a lavorare e a pagare le conseguenze come un qualunque dipendente che lavori in una ditta privata.

Per troppo tempo è passata la logica che siccome è pubblico allora deve essere ipertutelato. Ma siccome è pubblico e lo pago io, e voi insieme a me, dovremmo pretendere in nome della nostra precarietà, la severità per chi non fa il proprio dovere, il proprio lavoro.
La legge è uguale per tutti. Anche per i dipendenti pubblici.

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