Una delle cose che mi ha subito colpito di Mirco è stat ail fatto che a Hong Kong non stava in albergo ma faceva couchsurfing, che per i non avvezzi è dormire sul divano – magari letto – a casa di sconosciuti – o meglio conosciuti mediante Internet e grazie a un sito che è diventato un ‘best seller’.
E non si tratta di soldi, solo di età e di desiderio di conoscere mondi e persone altre. In chiaro stile under 30 o forse senza tanti limiti di età semplicemente perché Mirco ama stare in mezzo alla gente, scambiarsi idee, conoscere le culture altrui e condividere un pezzo di strada.
Mirco Battistella di anni ne ha 29, in teoria rientra nelle tabelle di cui sopra, però rispetto a molti suoi coetanei ha qualcosa che lo differenzia. Non voglio generalizzare, perché sicuramente i dati e qualche lettore potrebbero sconfessarmi, ma di questi tempi in Italia avviare un’impresa non è proprio facilissimo.
“L’accesso ai fondi – spiega Mirco, che con il fratello e il cugino dal 2009 ha messo in piedi una società che produce Prosecco doc in Veneto – è difficilissimo in questo momento e se non fosse stato per i miei genitori (ndr viticoltori ma mai produttori fino ad oggi) non ci sarei riuscito”.
Lo incontro in una delle zone più caotiche di Hong Kong, dove è arrivato per una fiera del vino. Il nostro incontro fisico è però preceduto da uno virtuale dovuto a un articolo uscito qualche tempo fa sul Daily China. Da quell’articolo la mia curiosità si è spostata nel cercare di capire che fosse la ditta Battistella e dopo aver scoperto che il fratello minore di Mirco di anni ne ha 19 ed è già ambasciatore del vino con tanto di nomina ufficiale del Presidente Napolitano, mi ha fatto scattare la lampadina rossa. Voglio conoscerli.
E prontamente Mirco, che si ciba di social network e nuovi media – per fortuna sua e della sua azienda – ha risposto alla mia richiesta di informazioni dandomi appuntamento nella Grande Mela Gialla.
“Fino a pochi mesi fa lavoravo a tempo stra-pieno come addetto stampa alla Regione Veneto e negli ultimi cinque anni sono stato all’ufficio rapporti con i media del Ministro Zaia – mi racconta mentre beviamo uno, stranamente decente, caffè italiano – quindi ho dimestichezza con il mondo della comunicazione, abbastanza per aver capito che in futuro non voglio fare ne’ il giornalista ne’ il politico”.
Ha le idee chiare il ragazzo, penso sorniona contando un concorrente in meno in entrambe le professioni – lo so lo so fare politica è un passatempo in Italia ma le mie ambizioni non sono mai state basse -.
“Ho fatto un MBA a Bordeaux, zona nota per il buon vino ovviamente, e prima di atterrare sulla politica e i media ho lavorato nel campo del marketing territoriale in Friuli”.
Il suo background formativo mi sbalordisce ma non è il solo ad avere titoli e competenze competitive in Italia e nel mondo.
La chiave di tutto sta nella risposta che Mirco mi dà al mio quesito su “Cosa ci vuole oggi per un giovane per farcela?”. Risposta secca: “Forza di volontà, determinazione e volontà”.
Beh, vigne di famiglia – aggiungo senza pudore – sono un buon lasciapassare per il successo. “Certo, infatti devo molto ai miei genitori ma, invece, di continuare l’attività di famiglia, ovvero coltivare e vendere le uve ai produttori, ho pensato che fosse arrivato il momento di mettermi in gioco in prima persona”. Touche’.
Mirco non è da solo nella nuova avventura, con lui c’e’ il fratello ambasciatore e il cugino di 27 anni che è enologo. Una squadra perfetta per rilanciare e partire per una avventura etilica.
“La Cina è il futuro – sottolinea convinto – noi abbiamo deciso di lanciare in questo mercato un nuovo prodotto, il Functional Wine, un vino anti età che aiuta a rimanere giovani grazie alla presenza di polifenoli, tutti naturali che, grazie a un rapporto in esclusiva con un’azienda americana, metteremo nelle prossime 20 mila bottiglie di vino rosso che produrremo in questa vendemmia”.
Quindi non solo bollicine. “Il Prosecco resta il nostro marchio di fabbrica e soprattutto io ci tengo a proteggerlo da tutti coloro che si spacciano per produttori doc e, invece, bleffano”.
Mirco su questo tema è agguerrito, non fa nomi ma si sente che ce l’ha con qualche ‘vicino di casa’ veneto che in barba alle norme produce Prosecco in terre straniere a cosi minori ma di quel tipo di uva, che nasce e si produce solo nelle zone doc venete, non pare ci sia grande traccia.
La questione è spinosa e io non mi addentro, non è il mio campo però mi piace pensare a Mirco come un difensore del Prosecco, contrario a quello che viene definito “Fake Prosecco” e che, guarda caso nelle liste dei distributori mondiali la fa da padrone visto il costo competitivo. La sua battagliera risata mi conquista., gli prometto che a Hong Kong non berrò mai più un bicchiere di Prosecco a meno che non sia il suo!
“Grazie, ma per ora facciamo fatica a entrare in questo mercato, Hong Kong è strategica e siamo venuti qui per cercare di conquistarla pian piano”.
Tornando al Mirco, 29enne che fa couchsurfing, mi descrive la sua Hong Kong, quella che è riuscito a vedere stremato alla fine delle giornate di fiera, come “frenetica, un vero formicaio ma bella e interessante proprio perché piena di contraddizioni”.
Il caffè ce lo siamo trangugiato e sarebbe ormai ora dell’aperitivo, un ‘prosecchino’ ci starebbe bene ma nel bar dove siamo ci sono i ‘nemici’ quelli ‘fake’ quindi ci lasciamo con la promessa che seguirò le sue battaglie e magari proverò il suo Functional Wine. Io di anni ne ho quasi 37 e forse, se inizio ora, con il vino anti età posso diventare un ‘cocoon’.