Leggere è rockLo stato favorisca la nascita di nuove start up

Dopo alcuni anni di dibattito, finalmente a gennaio è stato presentato il decreto legge per favorire l'apertura di nuove società a costo zero fondate da under 35. La denominazione di tali società, ...

Dopo alcuni anni di dibattito, finalmente a gennaio è stato presentato il decreto legge per favorire l’apertura di nuove società a costo zero fondate da under 35.
La denominazione di tali società, Ssrl (con le medesime funzioni della Srl), permette di aprire una nuova azienda al costo simbolico di un euro senza spese notarili o relative al capitale sociale.
In realtà, come si legge sul sito Fisco7.it, i costi sono ben altri:
“doveva essere l’impresa ad 1 euro, in realtà tra l’imposta di registro di 168 euro, la tassa annuale per la bollatura dei libri contabili di 309,87 euro e il diritto per l’iscrizione alla Camera di Commercio di 200 euro è in realtà l’impresa a 700 euro”.
Purtroppo però sei mesi dopo il disegno di legge l’Ssrl non è ancora una realtà e rispetto al progetto iniziale sono sorte notevoli complicazioni e cambiamenti.
Tutto ciò, è il caso di dirlo, è sconfortante. Alcuni giorni fa leggevo sul mensile Millionaire (che consiglio ai giovani interessati a nuove opportunità di business) che in Inghilterra il tempo richiesto per aprire una nuova società è di circa tre giorni e il costo praticamente pari a zero.
Esponenti del governo e delle istituzioni parlano spesso di favorire la crescita e la nascita di nuove imprese e attività commerciali ma le misure adottate in questa direzione sono praticamente nulle.
Hemingway consigliava di scrivere solo di ciò che si conosce. Parlo quindi della mia esperienza di under 35 che ormai due anni fa ha aperto una nuova società (nel mio caso una s.a.s.).
Oltre alle spese statali (imposta di registro, iscrizione alla camera di commercio…) ho immediatamente speso circa 1500 euro di notaio a cui vanno aggiunti i costi del commercialista.
Ma non basta. In quanto amministratore di una società, sia essa in attivo o passivo, devo pagare 2000 euro l’anno di Inps, oltre l’iva e le tasse che funzionano a scaglioni, ovvero più un’azienda guadagna più aumenta la percentuale che lo stato trattiene.
Senza contare il tempo richiesto dalla burocrazia per compiere ogni operazione.
Come risolvere questa situazione? Innanzitutto cercando di favorire la nascita di nuove imprese soprattutto se fondate da giovani. Le istituzioni possono agire in tre modi: cercando di snellire le procedure burocratiche e accelerare i tempi di apertura, diminuendo o, meglio ancora, eliminando i costi di start up e in ultimo, specie in ambito locale, favorendo fondi ad hoc per le start-up.
Finchè non entreremo nell’ottica che la nascita di nuove imprese, oltre a favorire investimenti, produce occupazione e posti di lavoro, non riusciremo a superare la situazione di impasse che vive il nostro paese e l’economia italiana.
Come si possono tradurre queste proposte concretamente nel territorio?
Innanzitutto favorendo un fondo per la nascita di nuove imprese finanziato da una cordata di grandi imprenditori locali o dalle fondazioni che agiscono sul territorio.
Da un punto di vista finanziario le banche locali potrebbero invece promuovere finanziamenti a tassi agevolati.
Interessante sarebbe altresì la nascita di uno sportello provinciale curato dalle istituzioni per consigliare e aiutare i giovani nella fase iniziale. Talvolta sono già attive iniziative di questo genere ma è fondamentale che siano promosse con la dovuta attenzione nei media locali.
Particolarmente interessante è stato l’intervento di Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, durante un evento dedicato a imprenditoria e finanza, che ha spiegato come in un momento di crisi sia necessario raddoppiare il proprio lavoro e investire nuove risorse.
Spirito di intraprendenza, coraggio, lavoro e sacrificio sono le parole chiave che ogni italiano in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo deve saper fare sue. La società sta cambiando, ognuno di noi deve imparare ad essere una start-up di se stesso perchè in ogni persona è nascosta una piccola vena imprenditoriale, si tratta solo di scoprirla.

Francesco Giubilei
TWITTER @francescogiub