Così anche io come tutte le mamme (italiane) ho concluso la mia “avventura nido”.
Oddio concluso è un parolone. Diciamo che ho consegnato la pratica in comune.
Sì sì avete capito bene: in comune.
Ho fatto domanda – sarebbe meglio dire ho passato un mese a fare domanda – per un posto all’asilo comunale. E come tutte le mamme sono passata per una tale infinità di traversie che sì, c’è da scrivere un manuale.
Punto uno i posti a disposizione sono un millesimo dei bambini che nascono – ok questa era facile
Ma passiamo alla trafila:
il primo vero scoglio da superare è l’ISEE ovvero per chi non lo sapesse il valore di ricchezza da indicare sulla domanda.
Su questo vorrei fare una piccola digressione – chiamatelo valore di “faccia da culo” e fate prima.
E’ sì, perché praticamente uno si reca al caf e al funzionario di turno (la mia, fantastica, l’ho amata subito), e gli racconta tutti i cavoli propri, parliamo di dichiarazione dei redditi, soldi liquidi, case, titoli, mutui etc etc e dalla somma di tutto esce sto cavolo di valore.
Ecco, su questo un piccolo appunto: le coppie di fatto non hanno un solo diritto in Italia, però quando si tratta della richiesta dell’asilo li volete tutti e due i valori? E anche se si è separati e divorziati , anche se lui è scappato. E certo…così fa cumulo e sono meno posti asilo…
Comunque.
Al caf dopo avrer raccontato la rava e la fava, ti danno questo valore.
Diciamo che il mio sia, che ne so 50, con tanto di soli sei mesi di stipendio e nessuna altra entrata.
Quindi mia cara fintabionda con scarpa Gucci e borsa Balenciaga che stavi in fila davanti a me com’è possibile che il tuo ISEE fosse 1?
Dico io 1! Ma che fai, mangi gli scarti che trovi nell’immondizia? Hai per caso rapinato una signora di Roma Nord prima di venire a fare la domanda? Eh no però eh.
Il funzionario del comune mi sorride mentre sgrano gli occhi e mi fa anche l’occhiolino. E quando arriva il mio turno mi dice con aria consolatrice:” non si preoccupi noi facciamo i controlli incrociati con l’INPS e quest’anno anche con il saldo in banca” Ah ecco.
Vedrà che la signora ha almeno 3 colf a carico.
Ma faccio un passo indietro.
Prima di andare al comune inizio con il giro dei nidi che sono scritti nel bando.
In realtà solo uno è davvero comodo e vicino a casa, ma che fai non li vai a vedere tutti, così,per aggiungere qualcosa da fare alla tua to do list?
Anche quello lì che ti ci vorrebbero almeno 2 ore per arrivarci considerando il traffico.
E stai lì che ascolti le maestre nella visita guidata.
Intanto sappiate che i nidi si distinguono fondamentalmente in due categorie:
quelli dove la sbobba delle 12 gliela cucinano lì, e quelli che la fanno venire da fuori.
E insomma pare che questa distinzione sia fondamentale.
Cioè è ovvio che quelli che hanno la cucina sono moooolto più sicuri.
E già mi immagino le cofane di purea a base di amianto che viene da fuori…boh
Altra cosa fondamentale da sapere è che la fintabionda che incontrerete vestita di tutto punto al comune, sarà con voi alla visita guidata con capello arruffato, neonato al seguito “perchéiosonodasola” che deve allattare (non dir cagate che nella borsa si intravede il biberon), e sarà lei a rompere i maroni facendo domande idiote in ogni stanza del nido tipo: ma i bambini restano da soli o c’è sempre qualcuno che li accudisce?
No brutta imbecille li chiudono lì dentro e li abbandonano a loro stessi. tu che dici?
Insomma il giro degli asili fatto a spizzichi e bocconi quando bastava andare a vedere l’unico veramente utile si conclude con te che speri tanto di riuscire a entrare.
Perché non ci crederete ma gli asili comunali sono gardaland: sono enormi, hanno mille stanze, mille maestre, mille attività in partnership con gli altri enti comunali.
Tanto per farvi un esempio, bibliotecari che vanno a leggere favole, l’auditorium che fa delle cose con la musica (non ho ben capito quali) insomma tutte cose davvero davvero FONDAMENTALI.
E tu torni a casa pensando che non puoi non mandare il tuo nano malefico lì, che se non lo fai sei una madre pessima.
Meravigliosa strategia di marketing…mi hanno creato un bisogno essenziale: l’asilo nido con il corso di musica.
E allora tra mille peripezie compilo le 10 pagine di domanda e arrivo a quella fondamentale.
Quella del punteggio, che, come tutte sanno è l’elenco delle sfighe.
Insomma più sei sfigato più becchi punti.
Roba da pazzi, almeno non mettete il punteggio vicino.
Saltarei per questione di tatto le prime categorie e andrei diretto alla numero tre.
Genitore morto, bambino in affidamento, bambino senza fissa dimora, bambino con fratelli problematici, tu pensa quali possono essere le prime tre…
E io miseramente metto la crocetta su una delle ultime categorie: bambino di genitori entrambi lavoratori a tempo pieno (sai che specialità). 3 punti in croce.
Il funzionario comunale di cui sopra che mi aveva appena ringalluzzito sulla bugia della fintabionda a quel punto mi guarda e mi dice: signora ma lei davvero vuole consegnare la domanda? Guardi che non entrerà mai in graduatoria…
Silenzio, gelo, balle di fieno che rotolano nel corridoio…
Lo fulmino con lo sguardo e rispondo con un secco: sì.
Lui fa spallucce prende l’incartamento, mi consegna il numero di protocollo e se ne va.
Esco fuori, è passato un mese dall’inzio di questa avventura, chiamo mia madre per un minimo di conforto (losochevoimicapiteequestacosadelnidoèundrammaanchevostro) e lei mi gela secca:
“amore tu sei andata a scuola direttamente a sei anni, e pure alle elementari non è che ci andassi moltissimo, sopravviverà anche lui senza corso di musica”.
Sob Sob
Ps oggi ho incontrato al bar sotto l’ufficio la direttrice del nido sotto casa che si è ricordata di me.
Le ho detto che non credo che ci vedremo a settembre, ha sorriso: “signora non si preoccupi lefintebionde, fintepovere, fintehippy, non reggono al distacco – alias si ritrovano senza un cazzo da fare tutto il giorno e non possono più andare al parchetto la mattina a dire quanto sono stanche – e ritirano il bambino dopo 2 mesi. Ci sono buone possibilità di vederci a natale”
🙂
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