In questi giorni ci hanno ripetuto che i terremoti non si possono prevedere. Qualcuno ha azzardato un’ipotesi leggermente diversa: “I terremoti si possono prevedere, ma sempre con incertezza…” Leonardo Alessandro Martelli, sismologo della sede Enea di Bologna, specifica che “questi studi non definiscono luogo e ora precisa di un sisma, ma una previsione da qualche mese ad un anno in una determinata zona e possono offrire uno scenario su cui incidere.” Martelli aggiunge che “questa metodologia, anche se in sviluppo avanzato, non è ben accetta nel mondo ufficiale dei sismologi“. Prendiamo nota.
Uno “scenario su cui incidere” è qualcosa di cui in Italia disponiamo da tempo: un’intera nazione a rilevante rischio sismico, in ragione dell’inadeguatezza del costruito e delle procedure di comunicazione dei rischi piuttosto carenti. Su questo rimando al post di Luca Lombroso, instancabile vedetta del terremoto emiliano: i suoi tweet sono rari esempi di rigore e umanità. Invece, sull’apparente accanimento del terremoto sui lavoratori, occorre aggiungere quanto denunciato oggi dalla CGIL: coloro che vogliono riprendere a lavorare lo fanno a loro rischio e pericolo, con tanto di firma di liberatoria che scarica le responsabilità dell’imprenditore. Un brutto colpo per l’Emilia operosa.
C’è infine il tema della raccolta fondi: che chissà se e quando arrivano, se, quando e come saranno spesi, chi andranno ad arricchire. Il GIT di Modena di Banca Etica ha lanciato un appello per trovare un’organizzazione a cui affidare la propria raccolta fondi, per “non buttare in un calderone il denaro raccolto”. Rocknowar ha accolto l’invito e Giorgio Amadessi, suo presidente, mi racconta l’approccio della filiera corta, quella che non ti fa perdere il controllo su come viene speso il denaro. “Intanto noi siamo a Formigine, dieci km da Modena e venti da Cavezzo. Abbiamo tanti progetti attivi, in Italia e all’estero, per ciascuno un c/c dedicato e bilanci certificati”.
Quasi nessuna spesa di gestione, tutti volontari con l’eccezione di 1,5 persone che seguono l’amministrazione. Il terremoto emiliano? “Si tratta di un caso speciale, chi si aspettava di dover intervenire in casa? Abbiamo dirottato dei fondi da un altro progetto e contiamo di raccogliere altro denaro. Sarà il Consiglio a decidere sulla destinazione ma i donatori saranno rendicontati sino all’ultimo centesimo, come nostra abitudine consolidata.” Nel frattempo, con i loro volontari, stanno consegnando materiale su richieste specifiche dei campi allestiti: “Ogni sera partiamo con i convogli e consegniamo quello che serve, al Comune o alla Protezione civile; raccogliamo materiale e attingiamo al nostro deposito, servivano dei letti e li abbiamo portati. In questa fase mettiamo a disposizione la nostra organizzazione e i nostri volontari.”
“A seguito dell’alluvione ligure, abbiamo costruito un parco giochi a Brugnato (60.000 € raccolti), inaugurato in occasione del giro d’Italia; un secondo campetto sarà costruito a Borghetto Vara. Non diamo soldi ai Comuni, realizziamo direttamente ciò che loro ritengono più utile, sulla base dei fondi raccolti. Normalmente entriamo in gioco quando si spengono i riflettori, le Tv se ne vanno, e bisogna ricostruire.”