FuoriserieBoys and girls: la rinascita del teendrama potrebbe partire da qui

Educazione o intrattenimento? Qual è o quale deve essere lo scopo della televisione seriale? La web-series Boys and Girls, 25 puntate volute dalla Commissione europea per raccontare, attraverso sto...

Educazione o intrattenimento? Qual è o quale deve essere lo scopo della televisione seriale? La web-series Boys and Girls, 25 puntate volute dalla Commissione europea per raccontare, attraverso storie e vicende, i rischi in cui si imbattono gli adolescenti, sembra propendere per la prima definizione. Abuso di alcool, droga, squilibri alimentari e abitudini sessuali sbagliate sono i temi affrontati in questa nuova produzione che mira a far passare, attraverso i nuovi media, modelli di vita e di salute.

Se la maggior parte delle volte boccio a occhi chiusi gli intenti “moralizzatori” della TV (anche perché si svolgono quasi sempre in chiave “bigotta”, producendo effetti opposti rispetto agli intenti), stavolta mi sento di dargli una chance. Per un semplice motivo: il teendrama televisivo sta affrontando una crisi senza precedenti (si vede anche la difficoltà mia e di appassionati del genere a consigliare un prodotto recente valido in questa categoria).

I teendrama di oggi presentano il delirio di onnipotenza dei giovani: abbiamo 15enni che vivono e parlano come se avessero trentanni e che – ahinoi – hanno sulle spalle più disavventure di un trentenne reale: dalle innumerevoli storie di letto, agli abusi di sostanze stupefacenti, senza dimenticare aborti e stupri, che condiscono quasi tutte le serie TV che affrontano la delicata età adolescenziale. Ma i protagonisti, quasi non curanti, passano oltre, dimenticano in fretta e si sentono come se potessero avere il mondo ai loro piedi: vestono firmati e di marca (Gossip Girl, One Tree Hill, 90210), sono nella maggior parte dei casi strafottenti ed egoisti (Gossip Girl), spietati manipolatori (Pretty Little Liars), e le loro vicende di una superficialità senza precedenti.

La storia di questo genere seriale abbraccia solo poche eccezioni, in alcuni casi diametralmente opposte ma anch’esse da bocciare, come le inguardabili e super conservatrici produzioni di Brenda Hampton, La vita segreta di una teenager americana e Settimo Cielo (non a caso additati in molti forum e blog come i peggiori telefilm di sempre).

Qualche divertente serie ovviamente c’è stata, come Greek, l’ultimo teen (a mio avviso) ad aver mantenuto in auge il genere. Ma la serie sulle confraternite della Cyprus-Rodhes University è arrivata a morte naturale. Da allora il panorama delle produzioni seriali per i giovani è completamente vuoto. E se per ripartire è necessario trasformare il genere e abbracciare uno stile più documentaristico, tant’è. L’importante è cancellare dalla nostra mente e dalla TV quel filone di faciloneria e di vacuità che riempe i programmi rivolti ai giovani. Onestamente di ragazzini viziati, diabolici, che passano le intere giornate a parlare del nulla non ne possiamo più.

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