Banana MarketsEcco cosa leggono gli economisti sotto l’ombrellone

D’accordo, quando uno va in vacanza non ha nessuna voglia di sentir parlare di spread, titoli di Stato, uscita della Grecia dall’euro, spending review, Mario Monti, Mario Draghi, eccetera. Per i po...

D’accordo, quando uno va in vacanza non ha nessuna voglia di sentir parlare di spread, titoli di Stato, uscita della Grecia dall’euro, spending review, Mario Monti, Mario Draghi, eccetera. Per i pochi volenterosi che volessero invece cogliere l’occasione della pausa estiva per spendere un po’ di tempo a capire il perché e il percome ci ritroviamo in questa situazione, e quali sarano gli scenari che ci attendono in autunno, Linkiesta ha contattato vari economisti, chiedendogli quale libro si stanno portando in spiaggia e perché lo hanno scelto. Nota bene: si tratta in gran parte di keynesiani, non per scelta volontaria ma perché i neoliberisti erano irraggiungibili. Forse vanno in ferie in località più amene. Ecco le loro risposte:

Juergen Von Hagen, docente di Economia presso l’Università di Bonn e direttore dell’Institut für Internationale Wirtschaftspolitik: «Il mio libro preferito per quest’estate è è The prosperity of vice di Daniel Cohen, MIT Press 2012. Un affascinante saggio sulle origini della crescita economica in Europa e le sue implicazioni per la Cina e le economie che si sono sviluppate di recente». 

Tito Boeri, ordinario di Economia del lavoro all’Università Bocconi di Milano: «The Prosperity of Vice di Daniel Cohen, MIT Press, molto stimolante anche per un non economista. utile per capire le dimensioni non economiche e i precedenti storici della crisi del debito». 
 

Francesco Daveri, professore di Scenari Economici all’Università di Parma ed editorialista del Corriere della Sera: «Dato il clima che c’è nell’area euro, suggerrei di leggere un libro dal titolo evocativo: Survival Investing, pubblicato da Palgrave. È scritto da John Talbott, autore di Obamanomics e altri libri scritti in modo irriverente e semplificatorio ma spesso piacevole. Talbott spiega come per i risparmiatori sarebbe meglio stare alla larga dai mercati finanziari e invece mettere i loro risparmi in attività reali tipo oro o case. Non condivido molte delle cose che dice, compresa qualche critica un po’ ingenerosa alla mia professione. Trovo discutibili anche alcune delle sue conclusioni che sono quasi interamente basate sulla presenza di un rischio di inflazione che è di là da venire. Ma è un libro di piacevole lettura e che instilla qualche sano dubbio sui consigli di chi ci suggerisce in quale azione o titolo investire senza aiutarci troppo a pensare come e perchè farlo».

Stefano Lucarelli, professore di Economia monetaria internazionale all’Università di Bergamo: «La Teoria Generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, in particolare il libro V. Si tratta di un libro che è stato assimilato con troppa fretta dalla cultura italiana, sia dai sedicenti keynesiani, che dagli anti-keynesiani. Nessuno lo ha studiato e compreso come si deve. Con Keynes bisogna fare i conti con cura e umiltà». «Segnalo anche un secondo titolo, L‘austerità è di destra. E sta distruggendo l’Europadi Emiliano Brancaccio e Marco Passarella. Si tratta di un pamphlet intelligente, scritto in un ottimo italiano e soprattutto capace di porre correttamente il problema politico più urgente che oggi abbiamo in campo: che politica attuare se si resta nell’unione monetaria europea e, viceversa, che politica attuare se gli eventi ci condurranno invece fuori dall’unione monetaria europea?».

Gustavo Piga, ordinario di Economia politica all’Università di Roma “Tor Vergata”: «Premetto che in tempo di crisi è meglio in vacanza non leggere libri di economia ma qualcosa che ci distragga. Comunque, per minimizzare il masochismo non ho dubbi, un evergreen: Piccolo è bello di Ernst Schumacher, di Slow Food editori. Scritto nei colorati anni 70, viene pubblicato di nuovo il libro di questo funzionario di sua maestà la regina, non certo grigio ma originale filosofo ed economista, scappato nel 1936 dalla Germania nazista sposandosi con una britannica. Ecco come rimettere al centro del mondo la piccola impresa così stupidamente bistrattata: “piccolo è bello, perché quello che è vicino all’uomo è bello …”. Imperdibile libretto per costruire su basi solide l’Europa del futuro come società aperta ed innovativa». 

Francesco Timpano, ordinario di Politica economica all’Università Cattolica, sede di Piacenza: «Ho deciso di rileggere Paul Krugman, La coscienza di un liberal, edito da Laterza nel 2008. Non a caso. Atto di accusa feroce contro l’amministrazione Bush che non su è curata di welfare e uguaglianza e che con le sue politiche ultraliberal ha generato ciò che è successo dopo di allora. Ma anche grande ricostruzione storica delle politiche che hanno generato benessere e che sono basate sul welfare. Io credo che il welfare sia alla base della forza competitiva europea. Ci sta costando e lo stiamo gestendo male, ma questa cosa qui è la nostra forza. Senza quel welfare non ci sarebbero le grandi capacita industriali dei tedeschi, le grandi imprese francesi, la dinamica piccola e media impresa italiana. Buona lettura».

Paolo Manasse, docente di Politica economica all’Università di Bologna: «I libri che sono sulla mi scrivania in corso di lettura sono quello di Khaneman Thinking fast and slow, che mostra come funziona la nostra mente alla faccia delle ipotese di razionalità degli economisti, mentre quello di Krugman, End this depression now riassume gli argomenti del premio Nobel sul New York Times». 

A tutti buone vacanze e buona lettura!

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