La Grande Mela GiallaLa Grande Mela..Giallognola. Inquinamento e non a Hong Kong

Riporto per correttezza di informazione la notizia di qualche giorno fa data dall’Ansa e che tanta ansia sta provocando in me che a Hong Kong ci vivo, ci lavoro, mi muovo e respiro, ahimè. E pensar...

Riporto per correttezza di informazione la notizia di qualche giorno fa data dall’Ansa e che tanta ansia sta provocando in me che a Hong Kong ci vivo, ci lavoro, mi muovo e respiro, ahimè. E pensare che pensavo di vivere, come mi dice The Economist, nella città più vivibile del mondo!

(ANSA) – HONG KONG, 2 AGO Livelli record di inquinamento ad Hong Kong. Per il secondo giorno consecutivo, secondo quanto è stato comunicato dal dipartimento per la protezione ambientale dell’ex colonia britannica, i rilevamenti sono stati i peggiori mai registrati, fatta eccezione per quelli successivi alla tempesta di sabbia avvenuta due anni fa. La stazione di monitoraggio del distretto Central ha indicato un livello di 192 dopo aver toccato stamattina presto anche 212 (un livello sopra i cento è considerato alto). Causeway e Mongkok hanno raggiunto livelli comunque alti, tra i 157 e i 169. Secondo alcuni la responsabilità per questo peggioramento sarebbe da attribuire al tifone Saola, che è passato a circa 700 km da Hong Kong, che avrebbe portato agenti inquinanti nella zona. Tuttavia Erica Chan, responsabile per la campagna “Clean Air Network”, ha respinto questa ipotesi sostenendo invece che il problema deriva in realtà dall’inquinamento provocato dalle auto. Le autorità di Hong Kong hanno invitato la gente a limitare la permanenza all’aria aperta allertando in modo particolare le persone con problemi respiratori e cardiaci, gli anziani e i bambini.(ANSA).

E’ vero, in questi ultimi giorni l’aria è ancora più irrespirabile del solito ma mi sono sempre detta che è tutta colpa del caldo, con una umidità che certi giorni sfiora il 97% non puoi certo respirare a pieni polmoni senza avere la sensazione di avere ingoiato un intero apparecchio per l’aerosol.

Strano che si dica che è colpa delle auto…quando di qualche settimana fa è un’altra notizia che dà la colpa all’aria condizionata! Misteri del giornalismo.

Ma invece di alimentare le mie ansie – e quelle di chi mi conosce e che pensa “Povera Tiziana in che posto è finita a vivere” – ho provato a guardare in positivo ad alcune iniziative e attività che, paradossalmente, nel luogo oggi più inquinato del mondo spostano l’attenzione su ecologia e riciclo dei rifiuti o materiali in genere.

Hong Kong è famosa per lo shopping e la moda ne è il motore pulsante, esiste però anche chi della moda prende il lato non-profit (o qualcosa di simile) e lo utilizza per creare abiti da altri abiti. Quante volte quando si fa il cambio di stagione buttiamo via t-shirt, vestiti, pantaloni, giacche che magari abbiamo messo una sola volta? Con ReDress, una NGO con base a Hong Kong, questi materiali – come anche gli scarti delle produzioni lussuose – riprendono vita. Inoltre da qualche settimana si è tenuto l’Eco Chic Design Award – che ha anche una versione cinese in terraferma – che premia giovani stilisti che progettino con il concetto della sostenibilità in testa.
La cosa interessante, che si nota anche nel bel sito della NGO, è l’operazione fatta dal team del progetto – tutte donne! – per rendere trendy anche questo tipo di moda ‘alternativa’. Altrimenti qui a Hong Kong nessuno se lo sarebbe filato!

Un altro progetto, un po’ più commerciale devo dire la verità, è ECOLS, negozio nato dall’idea di una coppia di designer di luci, e sistemi di illuminazione, non è soltanto un negozio – online e offline – ma anche una piattaforma per dare visibilità ad artisti locali che lavorano con materiali di scarto.
Come A.Ling, designer cinese con esperienze anche in Italia, che crea borse e accessori raccogliendo materiali che a Hong Kong persono vita e valore molto, forse troppo, facilmente.

L’aria oggi non è certo più pulita qui nella Grande Mela gialla che diventa sempre più giallognola…però raccontarvi queste due storie mi ha fatto diminuire lo stato d’ansia.

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