In un momento storico in cui il declino, non solo economico ma anche sociale e culturale, tocca il nostro paese, è dovere di ogni cittadino impegnarsi in prima persona per tentare di trovare un rimedio alla difficile situazione italiana.
Per questo le dieci proposte stilate dal movimento “Fermare il declino” appaiono condivisibili e rappresentano dei punti-chiave che ogni governo dovrebbe mettere alla base della propria azione.
I dieci punti, se realizzati, appaiono come uno strumento fondamentale per ammodernare il paese e dare il via a una ripresa che al momento appare quanto mai necessaria.
Oltre a migliorare il paese e la vita dei cittadini, le liberalizzazioni, un sistema giudiziario efficiente, un debito pubblico più basso e un’economia più solida, sarebbero un viatico importantissimo per attrarre investimenti stranieri che ad oggi incidono solo l’1,2% sul Pil italiano.
Mettere al centro di questa azione i giovani – favorendo anche le quote rosa – e il sistema scolastico, università in primis, contribuirebbe ad uno svecchiamento della classe dirigente italiana.
In particolare, attraverso una seria e strutturata riforma del sistema scolastico, si dovrebbero porre le basi per una rinascita culturale del paese cogliendo le istanze innovatrici la cui mancanza crea un gap tra l’Italia e le prime economie del mondo.
L’obiettivo, evidente dal manifesto, di “Fermare il declino” è quello di sostituire l’attuale classe politica, rivelatasi in questi anni incapace di gestire il paese, con una nuova forza che “induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica”.
Gli intenti sono più che condivisibili, attendiamo fiduciosi l’evoluzione del progetto, per ora solo teorico.
Francesco Giubilei
@francescogiub