Vedrò. Giorno 1. Ore 8.10. Al binario 2 parte il treno Roma-Rovereto. Le carrozze pullulano di vedroidi che però non si conoscono. Per molti è la prima volta. Per me è la prima volta.
Il treno è partito e io ho preso posto. Carrozza 6, posto 13b. Davanti a me una bella donna. Indossa occhiali da sole color tartaruga (rayban) e ha un non so che di elegante. Ogni tanto, in segreto, la osservo e mi chiedo: “ma anche lei viene a VeDró?”. L’avrei scoperto solo una volta arrivato a Rovereto.
Ore 9.30. Pausa caffè. Vado al bar e prendo un frutto. Chiedo quant’è ma il cassiere mi dice che posso prendere due frutti. Lo faccio: prendo due banane. Chiedo quant’è. “Sono 3 euro e 20”. Nella mia testa una scimmia urlatrice esclama: “Cosa!?!”. Subito dopo, però, prevale il dover essere. Pago come nulla fosse. E se intorno a me c’è un veDroide? In un nano secondo mi convinco che quello è il prezzo giusto, che 3.20 per due banane è un’ottima offerta promozionale. Allo stesso tempo, peró, la scimmia urlatrice diceva: “pijate ‘ste due banane così una te la mangi”. Alla fine ne ho mangiata una, ma questo è un altro discorso.
Torno al mio posto. Chiunque mi passa davanti è un potenziale vedroide. Chiunque mi guardi è un potenziale vedroide che vuol capire se anche io son vedroide. Tra uno sguardo, gruppi di persone che ti passano accanto, e un po’ di musica nell’iphone mi addormento.
Sono le 11.10 e il treno ferma a Verona. Chiudo e riapro gli occhi. Nelle orecchie la musica dei Nirvana prima e di Alessandra Amoroso poi. Manca poco all’arrivo e mi sveglio del tutto. Ormai nessuno guarda nessuno. “Le jeux sont fait”. Il treno ferma a Rovereto, ma la signora davanti a me prosegue per Trento. Ci rimango male.
Sono arrivato. Scendo dal treno e esco dalla stazione. Insieme a me gli altri vedroidi che, ora, si presentano. Vicino a me c’è un ragazzo un po’ solitario. Rompo il ghiaccio: “piacere Vito”. Lui: “Vinicio”. Io: “anche tu a Vedró?”. Lui: “si, ma è la prima volta”. Poi realizzo: “ma è il Freddo di Romanzo Criminale!”. In effetti era lui. Socializzo con altri mentre arriva il pullman. C’è una certa Nancy che mi sembra simpatica. Saliamo sul pullman. Accanto a me un cinico signore che mi ricorda Nanni Moretti. È riservato e, io, mi riservo di non rompergli le scatole.
Ognuno viene scaricato al suo albergo e si organizza come puó per il pranzo. Sono le 13.00.
Sono le 18 e si apre quest’edizione di VeDró. Enrico Letta e Dellai parlano di cose politiche. La sala gremita ascolta interessata. Modera un bravissimo Andrea Vianello. Tra una domanda e l’altra vedo arrivare qualche volto noto. C’è Selvaggia Lucarelli, Francesco Boccia, Nunzia De Girolamo, Enrico Bertolino, Stefano Caldoro e altri ancora. Finito il dibattito si passa all’aperi-cena. Prima, peró, boccata d’aria e sigaretta. Tutti parlano con tutti. Io scambio qualche chiacchiera con Selvaggia Lucarelli: è in gamba e non se la tira. Bene. Rientriamo per l’aperitivo. Tutti attaccano bottone con tutti. C’è una sana curiosità. Io me la chiacchero con Stefano, Valentina, Anna, Antonio, Luca. Faccio un giro e parlo con chi capita. Interessante. Poi vado a salutare Beppe Fiorello e signora. Chiacchierata piacevolissima. Infine mi intrattengo con Gianluca, Claudia e Flavia. Mi piace molto parlare con loro. Si cazzeggia e si parla di cose serie. Benissimo.
Sono le 23 e io sono stanco e vado a ninna. A fine giornata il bilancio è positivo: ho conosciuto nuove persone e parlato di cose interessanti. Certo: c’erano anche snob, lecchini e radicalchic. Alla fine, però, quel che mi è rimasto di questo primo giorno è la voglia, che ho visto in molti e in me, di fare rete. La voglia di unire le forze e fare qualcosa di buono. Forse se alcuni senior si filassero di più i novellini sarebbe tutto ancora più facile. Ma questa è un’altra storia…
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P.s. Mi scuso per i refusi ma sono le 1 e domani la sveglia è alle 7. Buonanotte (o buongiorno).