KahlunniaVeDró – Giorno 2 – il mio diario

VeDró. Giorno 2. Riva del Garda. Inizio dalla fine: non avrei mai pensato di vedere le cose che ho visto. Mai nome fu più appropriato: VeDró. Dopo cena i vedroidi si sono scatenati in trenini e bal...

VeDró. Giorno 2. Riva del Garda. Inizio dalla fine: non avrei mai pensato di vedere le cose che ho visto. Mai nome fu più appropriato: VeDró. Dopo cena i vedroidi si sono scatenati in trenini e balli di gruppo che neppure il miglior Maurizio Costanzo. Ora torno all’inizio.
Vedró. Giorno 2. Riva del Garda. Ore 7.30. Mi sveglio, mi doccio, canto e mi vesto. Tutto ok.
Ore 8.20 lascio la mia stanza all’hotel Portici e vado a fare colazione. Tutto ok. Tra un caffè e uno yogurt conosco Diego e Katia. Entrambi sono campani. Diego mi sembra un brav’uomo. Sua figlia è un “cervello in fuga” che ha preferito l’Inghilterra all’Italia. Lui mi racconta quanto funzioni bene l’Inghilterra. Ha ragione. Poi parlo con Katia. Fa l’architetto, ma ha il mal di testa. Non le rompo le scatole.
Ore 9: è arrivato il pulmino per la Centrale di Fies, si parte. Ci sono tutti e sorridono tutti quelli che ho visto la sera prima. Tutti sorridono, tutti parlano, tutti lobbano. Non c’è nulla di male, anzi. L’impressione è che qui nascano sinergie importanti.
Dopo una mezz’ora di chicchiericcio comincia la plenaria. Il Freddo interpreta Andrea Camilleri. Applausoni. Meritatissimi. 
Tocca al vero supereroe del giorno: Simon Philips ovvero Sor Marvel. Il presidente della Marvel sale sul palchetto. L’arena applaudisce. Il Sor Marvel fa un discorso inspirational sulla leadership. Pubblico in delirio. Il presidente della Marvel fa bella figura. Mi sembra giusto. Piccola parentesi (), no scherzo. No dico sul serio: le slide del presidente della Marvel saranno le migliori della giornata. Eh beh.
Ore 11 e qualcosa: parla Conti di Enel. Non si capisce tutto, ma alcune cose fomentano la platea. Interessante.
Ore 13: se magna. Se pensate che ai buffet ci fossero orde di persone pronte a tutto per un cestino avete ragione. No, scherzo. Sgambetti a parte è andato tutto bene. C’era il cestino per tutti, quello per i vegetariani e quello per i celiaci. Tutti magnano. Bene.
Rivedo Nancy. Pranziamo insieme. È una persona piacevolissima e molto umana. Ci sono anche Gianluca, Fabio, Federica e Flavia. Anche con loro cazzeggio amabilmente. Sono persone intelligenti, con gli inteliggggenti si scherza alla grande. Benissimo. Dopo magnate, gelatini e caffè si comincia a “lavorare”. 
Sono le 14.30. Il mio working group è italents. Siamo una quarantina, mediamente sulla trentina. Ci sono: i giovani (22-25); i diversamente giovani (26-29); e gli altri. Si discute di cose interessanti. Per ora, però, molta analisi e poche proposte. Vabbè. L’argomento di cui si parla di più è la fuga (e il rientro) dei talenti. A me, però, non interessano quelli che stanno fuori. Alzo il dito e aspetto il mio turno. Tocca a me. Mi tocca parlare dopo la rettrice dell’Università per stranieri di Perugia che, tra l’altro, ha fatto un bellissimo discorso. Sono emozionato. Lo dico. Non sono più emozionato. Bene. “Il problema”, dico io, “è si la fuga dei talenti, ma, per quanto mi riguarda, l’incapacità di valorizzare quelli che abbiamo”. Faccio un esempio sui laureati e i maritozzi. “L’Italia sforna laureati in alcuni settori come fossero maritozzi. Il problema è che c’è un eccesso di offerta di lavoratori-maritozzi quando il mercato chiede anche lavoratori-crostatine”. “Come fare allora”, proseguo io, “a rendere appetibili i maritozzi su un mercato che preferisce crostatine? Rendendo vantaggiosa l”assunzione dei maritozzi”. “Il nostro sistema”, concludo, “è aperto: permette quasi a tutti di seguire il corso di studi che più lo aggrada. Perchè allora non valorizziamo queste risorse rendendone vantaggiosa l’assunzione? Perché non lavoriamo a incentivi proporzionali al tasso di disoccupazione dei laureati in certe materie? Perché non dimostriamo alle famiglie che la spesa in formazione fatta per i loro figli è stata davvero un investimento?”. Nessuna risposta, ma il fatto è che questo primo giorno era più un brain storming. Domani c’è Martone e si faranno più proposte. Sono le 19 e il nostro gruppo ha lavorato tanto e bene. Bene, torno in albergo e mi faccio una doccia. 
20.30. Si cena. Il buffet è in piedi e dopo una giornata di “lavoro” voglio sedermi. Vado al ristorante con il mio amico Fabio. Mangiamo bene e torniamo al palazzo dei Congressi. 
Tutti ballano. Sembra di stare in una puntata di Buona Domenica. Trenini, “pepepepepe” e balli di gruppo. Sti vedroidi non c’hanno la puzza sotto il naso. Bene. 
Chiacchiero con Flavia, Claudia e il fumettista Erik. Ci divertiamo. 
Torno a ballare e conosco Laura. È molto in gamba ed è qui in rappresentanza della sua azienda. Mi fa piacere conoscerla e senz’altro la rivedrò a Roma. 
Sono le 2. Vado a nanna. Bella giornata. Stamattina mi sono svegliato alle 8.30. Speriamo di fare passi avanti.

Buon pomeriggio!

Su Fb e Twitter: @vitokappa

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