“Manca ancora molto alla prossima stagione delle piogge. Se non pioverà a sufficienza, gli animali moriranno perché non avranno pascolo. E, dopo gli animali, moriranno le persone”. Etta è seduta davanti alla propria capanna con la madre, la sorella e i quattro bambini. Nel sacco bianco che vedete c’è il loro cibo per una settimana.
Etta, come noi, attendeva da mesi la pioggia. Nelle nostre regioni è appena arrivata, portando refrigerio dopo un’estate torrida e, speriamo, limitando i danni ai nostri campi. Anche se si parla di crollo nella produzione dell’uva, del miele (-65% sul 2011) e delle castagne. E di una situazione ulteriormente acuita dalla siccità che ha colpito gli Stati Uniti: l’Italia importa l’80% della soia – utilizzata prevalentemente nei mangimi per gli animali – il 20% di mais e il 50% del grano di cui ha bisogno e l’aumento dei prezzi di questi alimenti, sostiene la Coldiretti, avrà pesanti conseguenze nel nostro paese.
Ma per Etta? La pioggia non è ancora arrivata in Ciad, dove lei vive; una regione colpita da mesi da una gravissima siccità, come tutta l’Africa occidentale. Quindi in Ciad, come in Niger o in Mali, l’acqua cerca di portarla Oxfam. Scavando pozzi, costruendo sistemi di irrigazione innovativi e preparando il terreno perché ne trattenga il più possibile. Etta inoltre coltivava solo miglio; così abbiamo aiutato lei e altre donne a diversificare la produzione, piantando verdura e ortaggi che potranno mangiare o vendere al mercato.
La formula per far piovere, o meglio, per far sì che Etta possa sfamarsi, è contenuta in un numero di telefono: 45503 è il numero da ricordare per fare una piccola donazione tramite sms solidale (o rete fissa) e contribuire a far sì che tante donne e uomini come Etta possano far fronte alle conseguenze della siccità, della carestia, della fame. E mettere tutti a tavola.
La campagna sms “Per un futuro senza fame” che Oxfam Italia ha lanciato il 1° settembre ha un obiettivo ambizioso: scongiurare la fame, oggi e in futuro, nelle comunità agricole dei paesi in cui Oxfam Italia lavora, intervenendo con programmi a lungo termine che permettano alle persone di provvedere a sé stesse e alle proprie famiglie e far fronte agli eventi climatici estremi o alle variazioni dei prezzi, diversificando la produzione e affidandosi a colture sostenibili.
Il problema di Rohini, che vive in Sri Lanka, è l’opposto di quello di Etta, ma la causa è la stessa: i cambiamenti climatici. Il cambiamento climatico infatti sta rendendo molto più alta la probabilità che si manifestino condizioni meteorologiche estreme – come siccità, inondazioni e ondate di calore. “Ormai i periodi di piogge intense sono sostituiti da grandi alluvioni, e non abbiamo più raccolti sicuri”, ci racconta. Aggiunge che lei e il marito non hanno un posto dove conservare i prodotti che raccolgono, e devono quindi venderli subito al prezzo stabilito dal compratore. Lo Sri Lanka è uno dei paesi interessati dalla campagna dove vogliamo aiutare altri 2000 agricoltori come Rohini a diversificare le colture per far fronte all’imprevedibilità del clima che contraddistingue ormai la loro regione. Pensiamo solo che entro il 2030, l’India e il Sud-est asiatico potrebbero produrre circa metà delle esportazioni alimentari a livello mondiale per il riso lavorato.
“Abbiamo avviato produzioni di frutta e verdura in modo da avere raccolti differenziati e riscoperto sistemi tradizionali che non inquinano l’acqua e la terra e che ci fanno risparmiare. Ora infatti spendiamo il 30% in meno e con quei soldi posso mandare a scuola i miei figli”, continua Rohini. Il nuovo rapporto di Oxfam lanciato ieri stima che l’impatto delle condizioni meteorologiche estreme sui prezzi delle principali colture internazionali in futuro rischia di essere maggiore di quanto stimato dalla scienza fino ad oggi. E’ tempo di affrontare e di agire sulle implicazioni che questo ha sulla fame e la malnutrizione delle persone più vulnerabili del pianeta.
Roberto Barbieri
Direttore di Oxfam Italia