Officine DemocratichePrimi passi verso la modernizzazione del fisco ed il rilancio di un vero stato sociale

11 Idee per l’Italia, 11 temi: le proposte elaborate da Officine Democratiche Italia. Innovazione e concretezza, proposte operative per il centro sinistra. Una prima proposta sul fisco, di immediat...

11 Idee per l’Italia, 11 temi: le proposte elaborate da Officine Democratiche Italia.
Innovazione e concretezza, proposte operative per il centro sinistra.

Una prima proposta sul fisco, di immediata fattibilità.

di PAOLO BRIZIOBELLO – http://www.officinedemocratiche.it

Alcune semplici proposte per il rilancio immediato dell’economia e dell’occupazione ed una concreta azione di lotta immediata all’evasione fiscale, con una prima applicazione di regole certe sui meccanismi fiscali di tassazione per lavoratori autonomi, imprese e lavoratori; il tutto, con un occhio di attenzione alle fasce più deboli in termini di equità e di immediato alleggerimento dell’imposizione indiretta ad esclusivo beneficio del rilancio dell’economia reale (consumi).

Preciso che si tratta di un work in progress di bozze su alcuni dei principali temi.

1) PER AZIENDE, LAVORATORI AUTONOMI
– Norme di semplificazione fiscale e garanzia di gettito. Introduzione del “fiscal pact planning”. Consiste in un sistema di tassazione delle imposte dirette calcolato sulla media dei redditi di lavoro autonomo o di impresa degli ultimi tre anni (esempio: il contribuente sceglie tale sistema dal 2013 e quindi calcolerà il proprio reddito del 2013 sulla media dei redditi dichiarati negli anni 2010-2011-2012). Il meccanismo, che annualmente si aggiorna, prevede pertanto la possibilità per il contribuente di conoscere esattamente il carico fiscale a cui sarà sottoposto il proprio reddito con largo anticipo (un anno, per l’esattezza), potendone quindi pianificare la spesa. Per lo Stato la possibilità di conoscere, anch’esso, il gettito fiscale con largo anticipo intervenendo in tempo quasi reale sull’eventuale mancato pagamento. Rappresenta inoltre il primo passo verso una riorganizzazione del sistema di dichiarazione dei redditi che preveda, a regime, l’invio di modelli precompilati al contribuente sulla scorta delle informazioni in possesso dell’Anagrafe Tributaria e dei Pubblici Registri, in cui il contribuente sia tenuto alla segnalazione solo degli scostamenti da un anno all’altro. Soggetti destinatari: ditte individuali, società di persone e di capitali e lavoratori autonomi attualmente soggetti agli studi di settore.
Benefici al contribuente: per il contribuente che sceglie tale sistema, minimo triennale e comunque rinnovabile, l’esclusione dalla applicazione degli studi di settore e dell’IRAP.

– Norme di contrasto all’evasione e semplificazione. Obbligo per tutte le c.d. “grandi aziende” (quindi tutti i contribuenti NON soggetti agli studi di settore) di procedere alla comunicazione telematica di tutte le operazioni attive e passive all’Agenzia delle Entrate su base mensile, in coincidenza con il versamento dell’IVA relativa al mese in questione. Tale norma prevede l’abolizione dell’invio dell’annuale elenco clienti-fornitori, con la possibilità per lo Stato di un costante “monitoring” delle operazioni attive e passive tra soggetti di imposta; indubbio anche il beneficio indiretto per lo Stato che scaturisce dalla conoscenza di tutte le operazioni attive e passive poste in essere da questi contribuenti anche verso i c.d.”contribuenti minori” (quelli soggetti agli studi di settore), che diventerebbero automaticamente monitorati su base mensile in virtù dell’invio da parte delle “grandi aziende” delle comunicazioni telematiche mensili, permettendo un incrocio utile al contrasto all’evasione, praticamente in tempo reale e non a distanza di mesi o anni.
Il medesimo meccanismo, su base facoltativa, è previsto per i contribuenti soggetti agli studi di settore in contabilità ordinaria o semplificata, sia in liquidazione mensile sia in liquidazione trimestrale, che automaticamente verrebbero esentati dall’invio dell’annuale elenco clienti-fornitori.

2) PER I LAVORATORI DIPENDENTI
– Norma per il rilancio dell’occupazione. Introduzione dei “contratti di lavoro in tirocinio”, diversi dall’apprendistato, applicabili a lavoratori di qualsiasi livello o qualifica sino a 35 anni, in cui il datore di lavoro NON è soggetto al pagamento dei contributi previdenziali sia carico azienda sia carico lavoratore per la durata del contratto, massima di 48 mesi, e la retribuzione del lavoratore dipendente è soggetta ad una imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali del 20%. Il meccanismo prevede la retribuzione crescente col passare del tirocinio, con base iniziale 60% del CCNL di riferimento ed incremento progressivo annuo del 10% . Alla scadenza del contratto, la sua trasformazione in contratto a tempo indeterminato prevede la riduzione dei contributi previdenziali al 50% di quanto dovuto per un periodo pari alla metà del periodo di contratto in tirocinio.
Benefici sociali per il lavoratore: l’introduzione o il reinserimento nel mondo del lavoro dei giovani.Benefici previdenziali per il lavoratore: la possibilità, nel corso della vita lavorativa, di procedere al “riscatto previdenziale” degli anni di lavoro in tirocinio, alla stessa stregua dell’attuale meccanismo di riscatto degli anni di laurea universitaria.
Benefici per il datore di lavoro: sostanziale dimezzamento del costo del lavoro per questa categoria di dipendenti.

Norme per la stabilizzazione dell’occupazione e la crescita professionale e retributiva del lavoratore.
a) Introduzione di regole premianti per i passaggio dei co.co.co. a lavoro a tempo indeterminato con previsione di riduzione dei contributi previdenziali al 50% di quanto dovuto per un periodo pari alla metà del periodo di contratto co.co.
b) Riqualificazione del concetto di lavoro in termini di “produzione reciproca” ove:
-il lavoro straordinario del lavoratore tipico venga soggetto a tassazione ad aliquota agevolata pari alla metà dell’aliquota di riferimento del lavoratore;
-la destinazione al lavoratore di una quota di utili dell’impresa che dia origine in capo all’impresa ad un credito di imposta pari al 50% dell’IRPEF ed addizionali pagate per ciascun lavoratore beneficiario.

Norme per la gestione degli stipendi dei dipendenti pubblici e la riduzione della spesa nel pubblico impiego.

a) Introduzione del tetto massimo di remunerazione dei dipendenti pubblici ad euro 300.000 annui.
b) Abolizione di qualunque indennità di pensione o di carica elettiva per soggetti già titolari di altro reddito di lavoro e/o di pensione.

3) PER I LAVORATORI AUTONOMI ED IMPRESE

Norma per la riforma del sistema di pagamento delle imposte dirette. Progressivo passaggio del sistema di pagamento delle imposte di tutti i contribuenti soggetti ad IRPEF ed IRES ad un sistema di tassazione in acconto su base mensile, con autotassazione a saldo.

4) PER IL SETTORE NO PROFIT
– Censimento delle Onlus tipiche da quelle atipiche. Attraverso una semplice verifica (tramite database dell’Agenzia delle Entrate) di tutte quelle in possesso della partita iva, definizione di un registro di organizzazioni “tipiche” che possano essere automaticamente destinatarie del 5 per mille e delle agevolazioni civilistiche e fiscali attualmente previste, rispetto alle altre Onlus con partita IVA (che diventano “atipiche”) con piano di verifica tributaria obbligatoria biennale in caso di richiesta di quest’ultime di destinazione del 5 per mille.
– Abolizione dei registri provinciali/regionali del volontariato di cui alla L. 266/91 con facoltà di immediato adeguamento delle medesime organizzazioni alle norme di cui al D. Lgs. 460/97 (Onlus).

– Rendere definitivo il 5 per mille attraverso una apposita norma di legge.- -Estendere la platea dei soggetti destinatari dell’otto per mille dando la facoltà al singolo contribuente di effettuare la scelta in dichiarazione dei redditi non solo verso uno dei soggetti attualmente definiti ma ad una pluralità di soggetti, Enti Pubblici e/o privati (quali quelli destinatari del cinque per mille), in numero non superiore a tre per annualità; l’effetto sarebbe un evidente ampliamento delle entrate da parte di organizzazioni no profit “tipiche”, molto spesso in tutto e per tutto costituenti soggetti che svolgono funzioni sociali di fondamentale importanza per la collettività, sostituendosi di fatto allo Stato.

– Costituzione di una Autorithy del Terzo Settore che permetta l’armonizzazione e la semplificazione normativa delle diverse tipologie di Enti, nonché la loro supervisione anche al fine di prevedere l’abolizione dell’attuale meccanismo di rilascio della personalità giuridica nazionale in capo alle singole Prefetture di competenza.

5) PER TUTTI I CITTADINI
Norma per il primo passo della riforma delle rendite finanziarie. Abolizione di tutte le imposte sui depositi amministrati sino al tetto massimo di investimenti di euro 100.000 pro capite, con applicazione di spese di gestione forfettarie annue sia da parte di Banche sia da parte di SIM (cifra ipotizzata annua euro 50,00 per un max di 5 operazioni annue di investimento/disinvestimento). Il controllo degli eventuali abusi avverrebbe attraverso l’utilizzo dei codici fiscali dei singoli titolari di conti titoli/depositi amministrati.
a) Abolizione dell’IMU sulla prima casa di abitazione per tutti gli immobili di categoria da A/1 ad A/4.
b) Obbligo di estensione dell’IMU a tutti gli immobili di proprietà di enti privati (fondazioni, onlus), anche ecclesiastici, con unica esclusione dei luoghi adibiti esclusivamente a locali di culto (quindi Chiese esenti da IMU, qualsiasi locale diverso da Chiese soggetto ad IMU).

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