Ci sono giornate scandite da appuntamenti mondani, dalla colazione al bar all’aperitivo dopo il lavoro, oppure da momenti pigri di assoluto relax. Le mie, da mamma-to-be, si articolano intorno ai tubi delle creme.
Per il viso, per la pancia, per le gambe. Contro le macchie brune, le smagliature, la pelle secca. Un esercito di emollienti e idratanti marcia ogni giorno centimetro per centimetro lungo il mio corpo, dalla fronte alle caviglie. Costo dell’operazione: non calcolato (per evitare attacchi di panico a Mr P.). Durata della missione: dai 15 minuti in su, con previsioni a salire visto che ormai, a 30 settimane compiute, persino massaggiarmi le braccia mi fa venire il fiatone. Non lo dico tanto in giro – visto che la pancia “me la porto bene”, come dicono – quindi tenete il segreto.
Dunque questo è lo schema, alla Risiko.
La fanteria, credo sia quella che parte per prima, è una crema idratante, antiossidante, ipoallergenica, non comedogena e con SPF 20. La metto sul viso, pensando alla protezione UV un po’ come a una sorta di ombrellone da mare, il che mi fa pensare all’estate, cosa che porta la mente alle vacanze. Ancora non sono sicura se la lozione serva più alla pelle o alla mente, per evadere dalla realtà verso pensieri che sanno di olio di cocco e suoni di hukulele.
Al mio punto vita e altre rotondità annesse, che per pudore preferirei non specificare ora, riservo la mitica Rilastil. Praticamente ho capito che usare la Rilastil in gravidanza è come guardare le partite di calcio la domenica, fare le ferie a Ferragosto, detestare la politica: una cosa che accomuna tutti gli italiani (in questo caso, le italiane), una media rassicurante che non lascia fuori nessuno. Una tradizione, perché come mi ha detto sempre mia mamma “Anche io ho usato Rilastil, e non ho avuto smagliature”. E parliamo di 32 anni fa.
Insomma, non ho potuto fare a meno di uniformarmi. Ne ho comprato vari flaconi e mi sono inserita in quella media, ma con stile. A volte uso quella per le smagliature (il vero must), altre mi sbaglio ed esco dalla farmacia con la versione elasticizzante. Con amminoacidi essenziali, olio di crusca di riso e vitamine. Mir P. ancora non ha capito se la devo versare nel latte a colazione, insieme ai cereali. Tipo una spruzzatina di panna.
Terzo – ma non ultimo! – appuntamento della giornata, al tramonto. Per par condicio, oltre a sovvenzionare le case farmaceutiche ho pensato di spendere un po’ di soldi in erboristeria. E mi sono procurata una bella bottiglietta del mitico olio di mandorle dolci: profumato, spremuto a freddo, arricchito di vitamina E. Insomma, l’altro mito della bellezza in gravidanza, il nettare divino contro tutti gli inestetismi della pelle. Non credo esista una mamma-to-be che non l’abbia mai usato sul pancione. E soprattutto che non abbia mai macchiato lenzuola, magliette…per questo lo uso la sera. Dopo aver (quasi) buttato una maglietta color mattone di Intimissimi e un fantastico abitino grigio metallizzato di Ethic, ho pensato che sarebbe stato meglio buttare, eventualmente, una camicia da notte.
L’ultimo passaggio, in un cerchio perfetto, è affidato a una crema sempre per il viso. Alla liquirizia, contro le macchie brune. Ecco, forse il prodotto di cui al punto uno non ha proprio funzionato alla perfezione.