di FRANCESCO PAOLO CAMPIONE – http://www.officinedemocratiche.it
Che l’attuale sistema di organizzazione e di gestione della cultura in Italia non risponda più a logiche di sviluppo è talmente evidente che non vale forse la pena nemmeno di argomentarlo. Basta guardarsi intorno. Eppure le attività culturali non solo sono un elemento distintivo e un asse strategico per l’identità del Paese, ma sono anche uno dei suoi maggiori possibili vantaggi competitivi
Cos’è possibile fare concretamente, e subito, per invertire la marcia e per avviare un processo di effettiva ristrutturazione, che consenta al Paese di mettere in circolo competenze, creatività e risorse che già esistono e aspettano soltanto di essere attivate?
Per rispondere a questa domanda, un autonomo gruppo di tecnici operanti in diversi settori della cultura, ha elaborato il Programma «Cultura. Punto e accapo», un chiaro disegno d’insieme per costituire una piattaforma di confronto e il punto di partenza per un profondo rinnovamento del «sistema cultura» in Italia.
Punto focale del Programma è la riorganizzazione del sistema centrale e regionale di governo della cultura, sulla base di una rete di soggetti autonomi, in grado d’integrare armonicamente pubblico e privato e di generare, anche a livello internazionale, sinergie operative ed economie di scopo. Per tali nuove organizzazioni, create con il coinvolgimento attivo delle attuali strutture amministrative, di cui è garantito il mantenimento attraverso l’innovazione, si prevede l’adozione di standard di gestione (ISO 9001) e di un sistema certificato di verificabilità dei risultati, che premi l’efficienza e il merito, non diversamente da quanto oggi già accade in molti altri paesi europei. Per favorire una rapida affermazione del nuovo sistema è importante l’adozione di uno strumentario normativo che semplifichi e aggiorni quello esistente, traducendo, anche a livello linguistico, una concezione integrata e flessibile degli organismi di gestione, e proponendo, a diversi livelli, una nuova fiscalità per favorire i contributi, il sostegno e l’accesso alla cultura. Obiettivi primari di un’azione di profondo rinnovamento -che considera, innanzi tutto, lo spettacolo, il paesaggio e il patrimonio artistico e culturale come beni comuni- sono la continuità, la programmazione integrata, l’incremento delle risorse (in particolare di quelle derivanti da autofinanziamento) e la sostenibilità degli investimenti a medio termine.
Per quanto riguarda l’aspetto politico e socio-culturale, il Programma si fonda sul principio di sussidiarietà e sulla valorizzazione delle specificità del territorio, in una prospettiva di affermazione europea e internazionale. In tale direzione, il Programma assegna un particolare valore alla partecipazione della società civile e al ruolo del settore «non profit» che, nell’attuale fase storica, non possono che essere accompagnati da interventi che mirino da una parte a introdurre nuove figure professionali, e dall’altra ad accrescere il livello tecnologico, la capacità d’innovazione, la nuova imprenditorialità e, non ultimo, un cosmopolitismo oggi, forse più che mai, salutare per i cittadini e per il Paese.