Il presunto manifesto di Italia Futura (“Verso la terza repubblica”) è aria fritta, e su questo vi invito a leggerlo per capire cosa intendo. L’alleanza con la Cisl di Bonanni poi mette i brividi se si pensa alla necessità di riformare la Pubblica Amministrazione e al ruolo di freno a mano corporativo che svolge quel sindacato. Per questo le motivazioni con cui Fermare il declino ha deciso di non sottoscriverlo non possono che essere una buona notizia.
La rottura non solo pare un buon segno, ma sembra sia l’occasione buona per il gruppo di Oscar Giannino per fare una riflessione più approfondita sulla rideterminazione delle libertà individuali rispetto allo stato. Vale a dire che oltre a ragionare, come fa Fermare il declino, in termini economici, è auspicabile che nel merito di questa rideterminazione entrino anche le libertà civili. Dai diritti delle coppie gay a quelli dei carcerati. Non solo perché spesso i modelli anglosassoni implicano che, là dove c’è una maggiore libertà economica, questo si possa riflettere in uno stato che è invece più invasivo in altre sfere (basta pensare alle immagini di Strauss-Kahn in manette prima ancora di sapere se fosse davvero pericoloso, alla esagerata facilità di sparare che ha la polizia Usa, o all’uso dei droni per uccidere cittadini che non hanno mai subito un regolare processo, o agli enormi poteri di spiare i propri cittadini che hanno i servizi segreti inglesi). Ma anche perché la libertà non può essere ridotta alla sfera economica. Non solo Adam Smith era un filosofo morale ma anche la prima cattedra di economia in Italia (per alcune fonti la prima al mondo), quella di Antonio Genovesi a Napoli, era in realtà una cattedra di un allievo di Vico dedito agli studi di morale.
Tradotto, da un’allenza coi radicali nascerebbe un movimento libertario oltre che liberista e da questa mossa l’offerta politica, tutta, non potrebbe che averne giovamento.