Non è difficile. Gli staff di Bersani, Renzi e Vendola si telefonano, prendono un appuntamento e quindi si vedono. Si fa una gran bella riunione e se non basta magari se ne fanno altre due (il cosiddetto follow up che fa tanto fico). Quindi si decidono luogo, giorno e regole. Di che cosa? Ma del dibattito pubblico – e televisivo – per le primarie. E’ così ovvio. Non mi riferisco al fatto che le primarie consentiranno un ampio dibattito e confronto di idee eccetera, eccetera… No, intendo un bel dibattito pubblico all’americana, con i tre candidati che si confrontano con le domande di alcuni giornalisti e del pubblico. Non è difficile, credetemi.
Ma il bello è che potrebbe anche essere interessante. Perché se c’è una cosa di cui ha bisogno oggi la politica in Italia è quella di tornare interessante: ossia di confrontarsi sul perché e il percome del mondo in cui viviamo. E dopo averlo analizzato e averne delineato gli scenari, proporre le politiche per il futuro. Si può anche farlo con il coraggio di un confronto aperto, duro e leale di fronte al pubblico. E ribatto subito a chi pensa che i confronti televisivi non risolvano nulla e danno solo un vantaggio a chi è più bravo a gestire la telecamera, che oggi sapere dibattere e rispondere in un confronto TV fa parte (si tratta solo di una parte eh..) delle capacità di un leader. Si può fare in tanti posti.. Che so, un’università, un teatro oppure un monastero che fa tanto sinistra cattocomunista. Non importa dove ma che lo facciano. Così saranno direttamente i tre candidati a spiegare perché e percome vogliono guidare i democrats del belpaese.