Capita spesso di scambiare qualche opinione in libertà con colleghi stranieri che hanno conosciuto l’Italia (e ancora la amano) e guardano il nostro guazzabuglio da fuori, con quella lontananza da osservatori attenti che consente di non fissarsi sul singolo albero ma di avere il quadro generale dell’intera foresta.
E di questi tempi, a parte l’aggrovigliata e pur succosa cronaca politica, emerge più forte che mai quello sguardo tra lo sconcertato e il divertito che fa scuotere il capo e commentare “Ah, les italiens…” Ma come mai ? Ecco il dialogo:
“Con tutto l’affetto, sembrate un Paese di pazzi che accentua la spiccata vocazione a farsi del male da soli. Basta guardare gli ultimi episodi di queste settimane. State arrivando a chiudere la più estesa acciaieria d’Europa e la più grande industria del Mezzogiorno, una terra da cui salgono solo geremiadi sulla disoccupazione. Certo c’è il bene della salute da tutelare ma almeno il buon senso dovrebbe suggerire di procedere alla bonifica senza ammazzare la produzione. Altrimenti saranno più sani ma per morire di fame…”
E poi ? “L’altra cosa più ridicola è la condanna a sei anni di carcere agli scienziati che non hanno previsto il terremoto dell’Abruzzo, obiettivo che la scienza non ha ancora raggiunto e forse non raggiungerà mai. Se la logica è quella, cosa succederebbe in Giappone, in Cina, negli stessi USA ? Dove c’è la pena di morte gli scienziati andrebbero giustiziati. Ma come si fa a scoraggiare così la ricerca, a respingere la strada dell’innovazione che invece procede per tentativi, per sconfitte, per rischi da correre se si vuole fare passi avanti ?”
Ce n’è ancora ? “Sì, altrettanto incomprensibile è l’inchiesta su Finmeccanica, così spiattellata sui media. Il confine è ovviamente delicatissimo, ma è evidente che le commesse tecnologiche e militari avvengono nel mondo in una concorrenza feroce. E non è che le aziende estere in gara siano per principio dei gigli immacolati. Da che mondo è mondo in affari del genere, quando a decidere sono governi e strutture pubbliche, è purtroppo normale “ungere le ruote” con quel tanto di opaco che le accompagna… D’altronde Finmeccanica è uno dei pochi gioielli industriali italiani, oltretutto a proprietà pubblica: vale la pena di distruggerne la reputazione internazionale e la capacità operativa ?”.
Eppure – è la risposta di chi scrive – il principio di “legalità” è l’unico caposaldo che regge nel casino nel quale ci troviamo e la magistratura ne è la garante anche sociale…E i giudici devono essere autonomi e indipendenti da qualsiasi altro potere…
“Certo, ma non esiste Paese democratico nel quale la giustizia degli uomini proceda per la sua strada (che può anche essere sbagliata) disinteressandosi completamente del contesto collettivo in cui esercita le sue funzioni e senza tener conto delle conseguenze che scaturiscano dai suoi atti insindacabili. E poi il principio di legalità è un valore irrinunciabile. Ne parlate da almeno vent’anni, dai tempi di Mani Pulite: e allora come mai l’Italia ha scalato tutte le classifiche della corruzione e della criminalità economica, con i costi che questo comporta ? Non sarà che il difetto stia nel manico, con troppa normativa che aiuta di fatto solo corrotti e corruttori?”
Che la legislazione sia ridondante – è la risposta – è probabilmente vero, anche perché storicamente siamo un Paese di Azzeccagarbugli. Ma se non ci si affida al controllo di legalità e a chi è tenuto ad esercitarlo in piena indipendenza come si riesce a uscirne ?
“Quello che sconcerta, vedendo da fuori, è l’estrema complicazione ed inefficienza della giustizia, con dei ritardi davvero incivili per i quali nessuno è mai responsabile. Basta vedere quante multe pagate in Europa per ritardata o denegata giustizia. E poi, anche se l’Europa continua a chiederla in termini ultimativi, vi rifiutate di sancire la “responsabilità civile dei magistrati”, come avviene in tutto il mondo, secondo il principio naturale che “chi sbaglia paga”, anche se porta la toga…”.
Ma sono i nostri stessi giudici a impedirlo, anche dopo un referendum popolare che lo stabiliva – è la spiegazione di chi scrive – infatti secondo loro la “responsabilità civile” finirebbe per minare l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati nella funzione giurisdizionale. E forse non hanno proprio tutti i torti…
“E allora si sono garantiti la piena impunità. E’ lo stesso principio con il quale di recente la vostra Corte Costituzionale ha stabilito per sentenza che era incostituzionale chiedere agli alti magistrati
e ai superburocrati che guadagnano più di 150 mila euro l’anno un contributo di solidarietà allo Stato. Per loro è incostituzionale, ma per i pensionati che prendono più di mille euro al mese evidentemente non lo è… Ma vi rendete conto che vivete in una stabile follia, che non crescete da vent’anni e che, se continua così,
finirete al fallimento quando invece del pane mangerete norme e sentenze… Contenti voi…”.
Saranno vergognose provocazioni forestiere e anti-italiane, ma qualche dubbio lo lasciano, se davvero sembriamo un “paese di pazzi”…