#Cooperazione Internazionale#Ogni60secondi in Africa è passato un minuto

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre) è una data importante, ogni anno è l’occasione per osservare lo stato dell’arte della fame e la malnutrizione sul nostro pianeta, analizzare le ...

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre) è una data importante, ogni anno è l’occasione per osservare lo stato dell’arte della fame e la malnutrizione sul nostro pianeta, analizzare le tendenze e programmare le azioni future. Anche quest’anno la FAO ha pubblicato i dati ufficiali, sono 868 milioni le persone che soffrono di fame e malnutrizione nel mondo. È una cifra sicuramente inaccettabile ma in costante diminuzione negli ultimi 20 anni. Certo, il trend positivo è sempre più flebile come la fiamma di candela che sta per spegnersi. I dati della distribuzione geografica della fame sono ancora meno rassicuranti, a fronte di aree del mondo dove la malnutrizione continua a diminuire vistosamente (sud-est asiatico, america latina) ci sono quelle dove la percentuale riprende a crescere in modo consistente (Africa Subsahariana, sud asiatico). In occasione di questa data le ONG e il mondo della cooperazione internazionale (governativa e non) si interrogano sul da farsi e lanciano appelli più o meno politici per indicare la rotta futura, quella per arrivare agli obiettivi del millennio se non oltre.

Per alcune organizzazioni invece è l’ennesima occasione per raccogliere fondi e disinformare rispetto a temi così importanti. L’ennesima occasione per consolidare nell’opinione pubblica l’immagine del bambino africano che muore di fame e dei pochi spiccioli che gli possono salvare la vita.

Un grosso contributo in questo senso lo sta dando la Ong Save the Children che alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Alimentazione ha lanciato la campagna milionaria dal titolo “EveryOne – Ogni 5 secondi muore un bambino”, curata dall’agenzia di comunicazione Roncaglia & Wijkander. L’immagine della campagna è dominata da tanti bambini sorridenti con un palloncino rosso in mano con sopra scritto “SAVE ME” (salvami). Lo spot che passa in Tv ci dice che 1.080 bambini muoiono durante una partita di calcio, 720 bambini perdono la vita durante il tragitto di un’ora in mezzo al traffico o ancora 240 muoiono mentre si aspetta l’autobus per 20 minuti. L’hashtag della campagna su Twitter è #ogni5secondi.

Ho fatto una rapida ricerca su google per informarmi meglio sulla campagna. Per prima ho cercato “Save the children” e il primo risultato della ricerca è il seguente:

Poi ho cercato “Ogni 5 secondi muore un bambino”. Di seguito alcuni dei risultati delle prime pagine della ricerca:

  • Ogni giorno muoiono ben 26 mila bambini, uno ogni 3 secondi
  • Ogni minuto, un bambino muore di morbillo in Africa
  • Muore un bambino ogni quattro secondi, secondo i dati di Save the Children.
  • Ogni minuto muore una donna incinta
  • In Africa ogni minuto due bambini muoiono di malaria
  • In Africa Subsahariana, si stima che ogni giorno muoiano circa 6000 persone a causa dell’AIDS
  • Ogni minuto 6 ragazzi sotto i 25 anni vengono infettati dall’HIV e l’AIDS
  • Un bambino ogni 6 secondi muore per fame
  • Ogni minuto nel mondo (nel 90% dei casi, in Africa Subsahariana) la malaria uccide un bambino sotto i 5 anni.
  • Ogni minuto nel mondo un bambino perde la vista
  • Ogni minuto 1 donna muore per cause legate a gravidanza o parto
  • Ogni secondo muoiono 14 bambini, dice l’Unicef
  • Ogni giorno mille persone muoiono a causa della tubercolosi
  • In India ogni secondo muore un bambino dice Save the children
  • In India muore un bimbo ogni 20 secondi
  • 1,8 milioni i bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno per malattie collegate alla qualità dell’acqua
  • Africa, ogni minuto muoiono 8 bambini sotto 5 anni
  • In Africa Sub Sahariana, 29.000 bambini al di sotto dei cinque anni, 21 ogni minuto, muoiono ogni giorno principalmente per cause prevenibili.

Alla quarta pagina mi sono fermato….a riflettere.

Mi è venuta in mente una foto vista su facebook che a mio parare racconta meglio cosa succede nel mondo ogni 60 secondi.

Ogni 60 secondi in Africa è passato un minuto

LA RETTIFICA DI SAVE THE CHILDREN

In genere non ci interessa entrare in polemica e rispondere a tutto quello che si dice di noi ma quando si fa della disinformazione su Save the Children, è nostro dovere ristabilire la verità e dare le notizie correttamente. Al di là dell’opinione espressa nel post dal titolo “Ogni 60 secondi in Africa è passato un minuto” a firma di Elias Gerovasi, quello che non si può lasciare passare è la scorrettezza delle informazioni su cui si fonda tale opinione.

Innanzitutto, la campagna Every One non è “milionaria”, come a dire frutto di grande e inutile spreco di denaro. Invito Elias Gerovasi e tutti i lettori a consultare il nostro bilancio http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=152 per capire quanta attenzione poniamo nel contenere il più possibile i costi di gestione e poter quindi destinare più fondi possibili ai progetti a favore dei bambini. Rispetto al ritorno che abbiamo, i costi della campagna sono assolutamente sostenibili e molto contenuti.

La nostra campagna non si chiama poi “Every One – ogni 5 secondi muore un bambino” ma Every One. Non è realizzata da Roncaglia & Wijkander, che invece realizza “solo” (“solo” tra virgolette perché il lavoro che l’agenzia fa è comunque importante) la parte pubblicitaria della campagna. Mentre Every One comprende molte e ben più articolate azioni di comunicazione, sensibilizzazione, advocacy, programma e raccolta fondi.

Ma la cosa più importante e che ci preme chiarire – e che Elias Gerovasi, in quanto cooperante di Mani Tese dovrebbe conoscere molto bene – è che i dati che si trovano su internet erano tutti corretti al momento in cui sono stati comunicati e pubblicati. La mortalità infantile infatti e per fortuna, nel corso degli anni è diminuita tanto che, quando abbiamo lanciato per la prima volta la nostra campagna Every One, nel 2009 moriva 1 bambino ogni 3 secondi, mentre oggi ne muore 1 ogni 5 secondi. A questo punto sembra evidente che la disinformazione non sia di Save the Children ma dell’autore dell’articolo.

Concludo, dicendo che ci colpisce che la polemica e la scorrettezza palese delle informazioni riportate provengano da una persona che lavora per un’altra ong come Mani Tese. Questo spirito conflittuale, senza ragione e fondamento, non ci piace e non ci appartiene e soprattutto credo non faccia assolutamente bene al nostro settore. Credo sia sempre importante discutere di cose vere e migliorarsi (perché tutti noi dobbiamo farlo) attraverso critiche costruttive e serie.
Mi auguro che questo possa servire a chiarire le questioni.

Filippo Ungaro, Direttore Comunicazione e Campaigning di Save the Children

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