Voglio cambiare ariaSenza scomodare Galileo, su autonomia e responsabilità della scienza, ho i miei eroi moderni

Concordo, con M. Gallo: Galileo non l'avrebbe fatto. D'altra parte anche il MInistro Clini ultimamente (coè da quando è ministro e quindi da quando lo conosciamo pubblicamente) con la comunicazione...

Concordo, con M. Gallo: Galileo non l’avrebbe fatto. D’altra parte anche il MInistro Clini ultimamente (coè da quando è ministro e quindi da quando lo conosciamo pubblicamente) con la comunicazione ha qualche difficoltà: zittisce la cronista, minaccia di querelare il verde Bonelli, chiede alla magistratura di non interferire (sull’AIA dell’Ilva). Ora tira in ballo Galileo. A sproposito, ma con rigorosità scientifica.

Per trovare scienziati che rischiano di giocarsi posizioni consolidate in nome del bisogno di “verità”, non c’era tuttavia bisogno di tornare a Galileo. Gli “eroi moderni”, che mi fanno pensare che c’è una possibilità di salvezza anche per la scienza, io li ho trovati lo scorso Febbraio.

Una donna, Nina Fedoroff presidente dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), che durante il discorso di apertura del meetign annuale della prestigiosa organizzazione non-profit americana aveva detto: “Stiamo riprecipitando in un’epoca oscura, sono profondamente depressa rispetto alla difficoltà di affrontare discussioni realistiche a proposito di argomenti quali i cambiamenti climatici o gli Organismi Geneticamente Modificati”. La Fedoroff denunciava pubblicamente, davanti al gotha della scienza americana e internazionale, che era in atto una vera e propria persecuzione ai danni dei ricercatori e delle università che sostengono la correlazione tra l’aumento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e il cambiamento climatico. A cura delle imprese e delle lobby interessate a mantenere lo status quo rispetto alle fonti fossili responsabili delle emissioni di CO2.

Un uomo, Peter Gleick co-fondatore e presidente da oltre vent’anni del Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security, che si era spacciato per membro del consiglio dell’Heartland Institute di Chicago per accedere ai file riservati. Aveva dunque diffuso tramite il blog ambientalista DeSmogBlog documenti interni e riservati della fondazione, che si propone come think-thank per la scoperta, lo sviluppo e la promozione di soluzioni ai problemi sociali ed economici. I documenti resi noti provavano l’intensa attività di disinformazione dell’HI, finalizzata a contrastare l’idea che i cambiamenti climatici siano un effetto dell’incremento dell’uso dei combustibili fossili. Naturalmente Peter Gleick dovette autosospendersi dal suo Istituto ed essere sottoposto a indagini prima di dimostrare la veridicità di quanto sostenuto, e farsi perdonare anche la marachella della falsa identità.

Per dirla con le parole di Roberta de Monticelli (e scusate se è poco) “quanto ha potuto giocare nella nostra ignoranza del lato oscuro il rinvio ingiustificabile del nostro primo dovere, quello di chiedere e dare ragione, sempre? Di chiedere trasparenza, e di applicarla, sempre? Quanto si applica agli altri, agli amministratori, e quanto anche a noi stessi, il detto che non c’è servitù se non volontaria, o almeno che anche l’opacità delle decisioni ultime, dove è subita, è volontaria? Oggi non c’è altra salvezza per questo bene, la ricerca, l’università, l’eccellenza e la libertà, che nella nostra prontezza a scindere il riconoscimento della paternità di un’idea e della sua forza, dall’acquiescenza all’oscurità dei metodi consortili della “padronanza”.

Tanta roba eh? Vogliamo dire che non ci siano eroi anche in Italia? scienziati che quotidianamente subiscono discriminazioni e rallentamenti di carriera in ragione della loro attitudine a “chiedere trasparenza e applicarla, sempre”?

Post originali qui http://speziapolis.blogspot.it/2011/12/roberta-de-monticelli-don-verze-e-la.html e qui http://speziapolis.blogspot.it/2012/05/exxon-e-il-movimento-anti-scienza-sui.html

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