Diceva Churchill che i Balcani producono più storia di quanta ne sopportino. Il modo migliore per affrontarla è assumerla a piccole dosi settimanali, possibilmente a stomaco pieno.
BOSNIA ERZEGOVINA
Fa molto discutere un accordo concluso in settimana tra Milorad Dodik (SNSD) e Zlatko Lagumdžija (SDP), che permetterebbe di gettare le basi di una futura collaborazione tra i due partiti. Tra le proposte più contestate, il progetto di rendere la carica di Procuratore di Stato soggetta ad elezione parlamentare. Una prospettiva che finirebbe col ridurre considerevolmente l’indipendenza del potere giudiziario rispetto alla politica.
La SNSD « cercherà di ripetere le elezioni a Srebrenica », a causa delle « irregolarità gravi » manifestatisi durante le ultime amministrative. A Srebrenica è risultato vincitore il candidato indipendente Ćamil Duraković, contro la Serba Vesna Kočević.
Mentre in Italia i calciofili erano incollati al Derby d’Italia, un altro Derby ha deliziato la serata dei Sarajevesi. La 100esima stracittadina fra lo FK Sarajevo e lo Željezničar è stata vinta dai primi, impostisi per uno a zero nello stadio di Koševo : le due squadre di Sarajevo conducevano la Liga a pari punti prima della sfida diretta, ora il Sarajevo è in fuga.
Timidi segnali di miglioramento: secondo Unicredit, la Bosnia Erzegovina dovrebbe aumentare il proprio PIL dello 0,8% il prossimo anno.
CROAZIA
Il Primo Ministro Croato, Zoran Milanović, questa settimana ha incontrato il Papa. Il Vaticano ha espresso il proprio sostegno a Zagabria sulla via dell’integrazione europea, dopo che nelle ultime settimane aveva fatto discutere l’atteggiamento di riserva adottato dai circoli politici di Berlino, contrari a una membership vista come “affrettata”.
Crisi in Croazia: la produzione industriale, nel mese di settembre, è calata del 3,7% rispetto al mese precedente; del 7,7% rispetto allo stesso mese del 2011.
Ranko Ostojić, Ministro degli Interni Croato, è il protagonista dello scandalo politico della settimana. Egli avrebbe infatti vissuto in una casa pagata dal tycoon Ninoslav Pavić, implicato nell’affaire della bancarotta fraudolenta dell’impresa tessile Kamensko. Ora il governo starebbe cercando di dichiarare chiuse le indagini prima che emerga il ruolo esattamente ricoperto da Ostojić.
MACEDONIA
Una legge sulle forze armate ha riaperto la divisione che nel Paese non si è mai ricucita dopo il conflitto del 2001. Il disegno di legge discusso in Parlamento riguarda il sostegno economico agli ex combattenti macedoni durante il conflitto, ma non estende i benefici a chi si arruolò nelle milizie Albanesi. Il partito del BDI, membro della coalizione di Governo, ha depositato circa diecimila emendamenti sperando con questo ostruzionismo di bloccare l’iter della legge.
La Banca Centrale Macedone ha ammonito il Governo: nel 2013 la crescita potrebbe essere pari a zero. “Nonostante gli investimenti internazionali che stiamo attirando”, ha spiegato il Governatore Dimitar Bogov “le esportazioni si sono ridotte a causa della crisi in Europa”: questa sarebbe la prima ragione della stagnazione del Paese.
MONTENEGRO
Si avvicina, secondo il Presidente della Repubblica Montenegrina Filip Vujanović, l’accordo per la formazione di una maggioranza parlamentare dopo le elezioni amministrative del 14 ottobre.
Il Kosovo ha riconosciuto la minoranza Montenegrina come una nazionalità costitutiva della Repubblica di Kosovo.
SERBIA
Come passa il tempo: 100 giorni per il Governo di Ivica Dačić. La maggioranza ha presentato un rapporto su quello che è già stato fatto: il documento ha conclusione, naturalmente, positivo. La Serbia di Dačić sarebbe ritornata “sulla retta via” per quanto riguarda le questioni dell’integrazione Europea, del Kosovo e della crisi economica. “Dopo cento giorni, abbiamo visto che pur non avendo una bacchetta magica” ha dichiarato Dačić, “siamo stati in grado di fare molto di più di chi ci ha preceduto”. Boris Tadić, predecessore di Dačić, riconosce che “accanto ad alcune misure negative”, il Governo ha messo in opera “politiche efficaci”. “Sulla questione della ripresa economica”, ha concluso il leader del DS, “si giocherà la credibilità di questo governo”.
Per Hillary Clinton, che ha visitato Pristina e Belgrado insieme a Catherine Asthon, “i confini del Kosovo sono stabiliti una volta per tutte”, e rimangono immutabili.
SLOVENIA
Con il voto di 30 deputati dell’opposizione è passata la proposta di referendum in Slovenia per annullare due norme approvate dalla maggioranza: la prima sulla cessione di proprietà pubbliche; la seconda sulla creazione di una “Bad Bank” che dovrebbe servire a collettivizzare i debiti del settore bancario. Il Paese rischia il bailout da inizio estate e per il Ministro delle Finanze del governo Janša, “il referendum non è un buon segnale per i mercati internazionali”. Sarebbe anzi “una pessima scelta, che mina la credibilità Slovena”. L’opposizione ha fatto sapere di essere disposta a rinunciare alla consultazione popolare, a patto che il Governo ritorni sui suoi passi modificando le normative.
Sloveni bamboccioni? Per il quotidiano Delo, due terzi dei giovani tra i 18 e i 34 anni in Slovenia vivono ancora con i propri genitori. Il salario medio per un giovane è di circa 830 euro.